Va in scena a Benevento in prima nazionale il 7 settembre 2002, con replica l’8 settembre, presso l’ Hortus Conclusus alle ore 21 “Ico No Clast” di Giampaolo Spinato. Lo spettacolo si avvale della regia di Fulvio Cauteruccio, luci e scene di Giancarlo Cauteruccio, musiche dal vivo di Marco Messina dei “99 Posse” e Peppe Voltarelli de “Il parto delle nuvole pesanti”, costumi di Alessandra Vadalà ed è interpretato da Fulvio Cauteruccio (Clast), Paolo Lorimer (Clam) e Emanuela Villagrossi (Clad) e con un contributo straordinario in video di Gianni Maroccolo e Giovanni Lindo Ferretti, ex C.S.I., oggi P.G.R., che propongono una canzone inedita dal titolo “P.C.”
Ico No Clast è una drammaturgia originale, quindi alla sua prima assoluta, che nasce da un’idea di Fulvio Cauteruccio e dal suo incontro con l’ autore Giampaolo Spinato.
Lo spettacolo rappresenta per il giovane regista della compagnia Krypton Fulvio Cauteruccio il secondo appuntamento importante, dopo il successo registrato nella passata stagione con “Roccu u Stortu” di Francesco Suriano che lo vedeva in doppia veste di protagonista e regista.
Qui interpreta il ruolo di Clast, ispirato al personaggio di Sid Vicious, (cantante e bassista dei Sex Pistols morto a New York per overdose nel 1979), la Rockstar, anzi l’Anti-Popstar, ed è affiancato da Paolo Lorimer nel ruolo di Clam e da Emanuela Villagrossi nel ruolo di Clad, personaggi rispettivamente ispirati il primo all’autore, partner – promoter - impresario, agente, custode e padre, la seconda alla madre e alla fidanzata.
“Iconoclasta”: sostantivo maschile [plurale -sti] 1.
nel Medioevo, chi avversava il culto delle immagini sacre 2. (figurato) chi si mostra nemico delle opinioni e delle convenzioni radicate in una società - aggettivo che distrugge con cieca violenza.
Il gioco della frammentazione del termine inglese “iconoclast” in qualche modo rovescia il significato originale o lo approfondisce aprendo diverse suggestioni sull’uso del simbolico e lo spazio possibile dell’aggressività.
In Ico No Clast si trasfigura in figure più attuali e più nostre il No assoluto, il punk, Sid Vicious e altri ignorati parenti di quel generoso rifiuto, si parla di realtà e di rappresentazione, di adolescenza (tutt’altro che anagrafica) e sfida, di Io, di Dio, di padre madre e altri strumenti di coercizione e di potere a cui si dà quel nome; di amore, di bestemmia, di eroina e di un particolare tipo di assassinio, non perseguibile, ma ormai rimosso per il bene del Mercato.
Ma lo spettacolo è anche un tributo ai Sex Pistols, quindi la musica è fortemente presente e importante.
La compagnia, continuando il lavoro di contaminazione tra teatro e musica, intrapreso con “Eneide” agli esordi nel 1983 e di recente con “Roccu u Stortu” e “La Tempesta”, ha scelto due musicisti tra i più innovativi nel panorama italiano e molto diversi tra loro che, insieme a Fulvio Cauteruccio, suoneranno dal vivo.
Marco Messina dei “99 Posse” con le sue manipolazioni elettroniche e Peppe Voltarelli de “Il Parto delle Nuvole Pesanti” con le sue reinterpretazioni di alcuni pezzi dei Sex Pistols e con brani originali, composti da entrambi appositamente per Ico No Clast, saranno in scena protagonisti anch’essi insieme agli attori dall’inizio alla fine dello spettacolo.
Una collaborazione straordinaria al progetto con un vero e proprio dono alla compagnia, un brano inedito intitolato “P.C.” in video, è quella di Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo, ex C.S.I.
oggi P.G.R., due tra i più grandi artisti dell’attuale scena musicale italiana.
Lo spettacolo è una coproduzione tra compagnia teatrale Krypton, Festival Benevento Città Spettacolo e Scandicci Cultura - Istituzione Servizi Culturali del Comune di Scandicci.