FIRENZE- Non più il tatuaggio, ma un microchip sottopelle per salvare i cani dal randagismo. Nell'ultima seduta, la Giunta Regionale ha approvato, su proposta dell'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi, una modifica del metodo di identificazione dei cani. La proposta di legge fa riferimento alla legge regionale n°43 dell'8 aprile 1995, 'Norme per la gestione dell'anagrafe del cane, la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo'.
La tecnica usata finora è quella del tatuaggio, che però richiede che l'animale da identificare abbia già raggiunto le dimensioni di adulto, e quindi non è realizzabile prima dei 6-8 mesi di età; e, nonostante sia un metodo assolutamente indolore, prevede comunque che il cane sia in stato di anestesia generale, o sia contenuto su un fianco, con l'impiego quindi di personale.
La nuova tecnica consiste invece nell'applicazione sottocutanea di un microchip: una metodica completamente innocua e indolore, che non necessita di contenzione o anestesia, ed è praticabile fin dal sessantesimo giorno di età dell'animale.
La facilità di rilevazione dei dati consentirà una migliore gestione dell'anagrafe canina, e una sua possibilità di gestione anche a livello nazionale.
L'anagrafe canina della Regione Toscana è oggi una delle più imponenti per numero di animali identificati, quasi 500.000, ma risente delle limitazioni imposte finora dal metodo di identificazione con il tatuaggio.
Il Ministero della Salute ha raccomandato l'adozione della nuova tecnica di identificazione tramite microchip con una circolare del 2001, e sia gli Ordini provinciali del Medici Veterinari che le associazioni di volontariato con finalità protezionistiche ne auspicano la relizzazione.
Per mettere a punto e rendere operativa la nuova metodica, la Regione Toscana attingerà ai finanziamenti che il Ministero per la Salute eroga annualmente per l'applicazione della legge 281/91, che disciplina il settore dell'anagrafe canina e della tutela degli animali.