Da un celebre racconto di Kleist, Michael Kohlhaas nasce lo spettacolo scritto e diretto da Remo Rostagno e Marco Baliani "Kohlhaas": nello spazio vuoto, alla luce di un faretto, il pubblico sistemato tutt’intorno, l’attore-narratore, vestito di nero, resta su una sedia per l’intera durata dello spettacolo: più di un’ora a raccontare questa vicenda che ruota intorno alla giustizia negata. Non esiste scenografia, la libertà di movimento nello spazio è annullata, resta solo la possibilità di modulare i gesti e la voce: una forma di disciplina durissima, dentro la quale inventare spazi di libertà.
"la sedia", spiega Baliani, "l’avevo scoperta come un limite, un ostacolo che mi davo".
"Kohlhaas" è uno spettacolo di narrazione. Ciò che è importante nel raccontare, prima ancora delle cose raccontate e del come l'attore le racconta, è l'atto stesso del narrare.
Grazie a questo, lo spettatore si costruisce un film; è come se egli avesse una telecamera con la quale va seguendo le parole per ricostruirle in immagini. Le parole vengono, sì, mostrate anche attraverso i gesti del corpo dell'attore - il corpo narra, è un corpo narrante - ma lo spettatore lavora molto per costruire le immagini, e ognuno se le costruirà diversamente: ne usciranno molti film diversi, molti montaggi diversi.
Martedì 30 luglio alle ore 21.30 il festival prosegue a Montalcino nella chiesa di San Francesco con la replica straordinaria di Garage Olimpo tratto dall’omonimo film di Marco Bechis, regia di Carlo Fineschi, testo di Lara Fremden e Giancarlo Brancale.