Le donne sul palco della prima serata del Metarock. Donne che riempiono le piazze! Come quella dei Cavalieri a Pisa ieri sera, piena di pubblico fedele e accorso lì più o meno per caso, per assistere ad un festival ormai collaudato che, negli ultimi anni, offre un ottimo modo per far passare semplicemente emozioni e musica in calde notti d’estate.
Concerti che si fanno aspettare ieri sera a Pisa: sound ceck che ritardano, organizzazione che traballa nella gestione degli ingressi, artisti perfezionisti che provano e riprovano, celebrazioni religiose che posticipano l’inizio.
Pazienza! Perché aspettare e accalcarsi sotto il palco, appiccicati, stanchi e sudaticci, in fondo è uno degli ingredienti che colorano le manifestazioni musicali all’aperto, preparano allo scoppio di un evento del genere.
Che arriva finalmente. Tre donne celebrano tre modi di fare musica: diverse assolutamente, ma forse con la stessa attenzione per il loro lavoro che le rende artiste. Apre Claudia Fofi, vincitrice dell’ultima edizione Premio Ciampi . Semplice ed elegante, difficile nelle vibrazioni inattese delle sue canzoni e della sua voce, propone musica non riconducibile a nessuna particolare influenza artistica.
E perciò originale. Claudia Fofi è una compositrice molto personale, solo in parte imparentata con il jazz e con autori quali Capossela e Waits, un'artista sorretta da un carattere e da una autorevolezza tali da permetterle di auto prodursi un album solista nel 1997. Non si preoccupa di farsi immediatamente comprendere, cantautorato raffinato, ritmi a volte jazzati, a volte in puro stile jungle; chitarre ora tenui, ora acide.
Seguono La Camera Migliore, ed è la sorpresa. Perché questo giovane gruppo che calca la scena musicale già da cinque anni, senza esser mai venuto fuori con tutta la forza che hanno dimostrato d’avere, infiamma la piazza.
E se lo si riesce a fare così, al primo colpo, diretti, semplici ,schietti, sinceri,,, allora quello è il successo! La band è formata da Georgia Costanzo, voce; Francesco Fanciullacci, chitarra e voce; Marco Balducci, chitarra e voce; Lorenzo Falteri, basso e voce; Davide Miano, batteria; Michele Magini, violino: fresche e mai banali songs che oscillano tra raffinate ballate ed improvvisi scoppi di energia, dove le armi della semplicità apparente si incrociano con quelle di sapienti strutture compositive.
Regalo un nonsochè che profuma di nuovo, parla di sentimenti e novelle, usa immagini come le allegorie delle favole…conquista!
A chiudere la serata, e a trascinarla nello stesso tempo nel suo punto culminante, lei: Carmen Consoli. La maggior parte del pubblico era accorso lì per lei. Lontana da due anni da esibizioni live del genere, dopo sperimentali voli pindarici che l’hanno vista ora compositrice, ora musicista, ora accompagnata da un’orchestra, la Carmen agguanta di nuovo la chitarra e esplode bella e elettrica come sempre.
Brani vecchi riarrangiati, cover di vecchio blues, di canzone popolare in dialetto, di recenti successi dance, riesce sempre a caratterizzarsi col suo stile impertinente e attento, emozionante quando tira fuori la voce e quando sospira. Carmen Consoli nei suoi concerti non regala parole, e chi la ama lo sa. Ma canta, suona urla e si muove, e si vede che ci mette tutto. Questo forse è il suo modo naturale per comunicare se stessa. Pioveva durante la sua esibizione e nessuno s’è mosso. Credo si crei una qualche melassa di immagini, parole, suoni, vibrazioni, movimenti, languido e seducente, scatenato che salta, che è il collante tra il suo pubblico e lei.
Sempre bella e preziosa!