Le associazioni che hanno sottoscritto l’appello sono: ADM, Associazione Il Muretto, Centro socio-culturale DEA, Casa dei diritti sociali, Comunità delle Piagge, Cooperativa Il Pozzo, Forum Sociale Migranti, Fuori Binario, Medicina Democratica.
Con esso si chiede l’invio di una e-mail per pressare il Comune nella ricerca di una soluzione di civiltà, che rispetti la dignità delle persone ospiti nella nostra città. Per sostenere il diritto ad un'abitazione dignitosa per i residenti del campo Masini, dunque una e-mail al sindaco sindaco@comune.fi.it, e per conoscenza alla redazione dell'Altracittà, il giornale della periferia, redazione@altracitta.org, contro la continuazione dello sgombero in mancanza di una sistemazione adeguata e per richiedere assistenza sanitaria, viveri e alloggi.
Venerdì a mezzogiorno una delegazione della popolazione Rom e Ascalia del campo Masini si è presentata a Palazzo Vecchio per chiedere al Comune un intervento urgente di risanamento del campo.
Ad accompagnarli, alcune associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, firmatarie di un appello per chiedere assistenza per le vittime dello sgombero della settimana scorsa. La delegazione ha incontrato una rappresentanza comunale - composta dal vicesindaco Giuseppe Matulli, dall'assessore all’immigrazione Marzia Monciatti e da alcuni consiglieri comunali - a cui ha espresso gravi preoccupazioni per il futuro delle decine di persone senza un tetto.
La distruzione "umanitaria"
"Ciò che è avvenuto venerdì 5 luglio all’alba per ordinanza comunale non è stata una semplice operazione di sgombero, ma una distruzione vera e propria -si legge nel documento redatto dai promotori dell'appello- Il Masini versava già in una situazione gravissima sul piano sanitario.
Adesso, con la demolizione delle baracche, è diventato ulteriormente invivibile. Mancano luce e ripari per una decina di famiglie, anche i viveri scarseggiano. Chi è andato a vedere con i propri occhi è rimasto incredulo di fronte allo spettacolo proposto: qualche roulotte, alcune tende arrangiate (intese come pali cui sono fissate delle lenzuola). Molte persone costrette a vivere e a dormire per terra, su una sterpaglia antigienica, senza più il tetto di una baracca, anche se fatiscente, di legno o di cartone.
Superare con un'ordinanza di sgombero la logica ghettizzante dei campi significa trasformare una questione di civiltà in una questione di ordine pubblico. Una decisione grave, considerando l'attuale situazione politica nazionale. La recente approvazione della legge Bossi-Fini, infatti, rende rischiosa la sorte dei rifugiati e richiedenti asilo.
Nessuna difesa dei campi ghetto
Nessuno tra i rappresentanti istituzionali ha ovviamente difeso l'esistenza del campo: una vergogna per questa città! Anche se il Masini, come il Poderaccio e l’Olmatello, è un'area comunale, e quindi, in teoria, dovrebbe essere a norma di legge.
Invece, almeno al Masini, non sono mai esistite le condizioni basilari per garantire una residenza in qualche modo normale per chi vi abita. Le accuse delle associazioni riguardano la latitanza dell'amministrazione locale per un confronto reale, che permetta di uscire dalla logica dei campi e per l’attuale mancanza di interventi d'emergenza. Monciatti e Matulli hanno proposto di lavorare insieme per trovare una soluzione, ossia convincere le persone ad accettare di trasferirsi presso i centri di accoglienza della Caritas e dell'Antella, in vista della costruzione del nuovo villaggetto (che però non sembra di imminente realizzazione).
Le donne del campo, invece, vogliono stare al Masini. Perché? Masochismo? Ostinazione? Semplicemente molte di loro sono sole e non vogliono dividersi dagli altri familiari.
L'amministrazione locale spera poi una presa in carico del problema da parte della Regione. Intanto, Rom e Ascalia rimangono senza risposte. L’unico provvedimento deciso dal Comune fino ad oggi è l’acquisto di gruppi elettrogeni sufficienti a garantire l’erogazione di energia elettrica temporanea (secondo quanto dichiarato in un comunicato stampa).
Un sistema politico-sociale inefficace
Se la civiltà di una città si misura sull’impegno civico e morale di trovare delle risposte prima dell’intervento delle ruspe, Firenze risulta inclassificabile. Lo sgombero del Masini è il manifesto dell’intolleranza, della violazione dei diritti fondamentali, delle barbarie che il nostro sistema sociale compie nell’affrontare i problemi".