«Chi continua a chiedere il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali a Peretola, bretella di rullaggio e allungamento della pista di volo, adducendo motivi di sicurezza o è in mala fede o non sa di cosa sta parlando». Lo ha detto Antongiulio Barbaro, consigliere dei DS e membro della commissione consiliare ambiente e trasporti di Palazzo Vecchio. Secondo Barbaro: «se lo scalo fiorentino fosse poco sicuro l'aviazione civile e l'assistenza al volo sarebbero già intervenute per chiuderlo o limitarne fortemente l'impiego.
Dato che ciò è palesemente falso, basta leggere i dati dei movimenti aerei e dei passeggeri per sincerarsene, ci si domanda se chi solleva questo problema abbia interesse a trasformare l'attuale fase di privatizzazione della società aeroportuale in una svendita delle quote azionarie in mano pubblica. Premesso che sull'intero master plan dello scalo di Peretola si è ancora in attesa della pronuncia di compatibilità ambientale da parte della commissione VIA presso il Ministero dell'Ambiente - ha aggiunto il consigliere diessino - ritengo, come già sostenuto più volte in questi anni, che la difficile collocazione urbanistica dello scalo ponga di per sé vincoli insuperabili allo sviluppo quantitativo dei traffici e che quindi sia interesse dei poteri locali che lo scalo si qualifichi in futuro soprattutto per la qualità, con l'offerta di più efficienti servizi a terra per i viaggiatori e con l'adozione di avanzate procedure e regole di tutela ambientale, come in parte già attuato con le nuove rotte di decollo in vigore dal marzo 2002.
Tra l'altro, questi obiettivi dovranno qualificare il piano industriale che i concorrenti della fase di privatizzazione dovranno presentare a breve». «I provinciali alfieri del banale sviluppo quantitativo di Peretola - ha concluso Barbaro - magari in sterile e miope contrapposizione campanilistica con Pisa, farebbero invece meglio a spiegare ai cittadini delle zone limitrofe lo scalo come intendono coniugare questa posizione con la tutela della vivibilità di zone densamente abitate».