Si sente parlare di “risistemazione e riassetto” del campo, e “assistenza” per le persone. Ma non del fatto che nessun preavviso è pervenuto agli occupanti, che ciò che era dentro le baracche è stato distrutto con esse, che l’assistenza dovuta alle famiglie rom non è stata data come dovuto. Ieri i Verdi hanno definito incomprensibile l’accaduto al Masini, ”dove in mancanza di un chiarimento sulla destinazione finale degli abitanti del campo (per la maggior parte regolari), si è semplicemente proceduto all’abbattimento delle baracche”.
Stupore, incredulità e condanna sono state espresse da alcuni iscritti di Agenzia di Base, che non riescono a spiegarsi come, in una città che ha dichiarato la necessità di superare la politica dei campi con una vera integrazione, stia accadendo una cosa del genere.
Il vicepresidente della giunta regionale toscana, Angelo Passaleva, ha effettuato ieri un sopralluogo al campo nomadi “Masini”. Con lui c’erano l’assessore del comune di Firenze Marzia Monciatti, il vicesindaco Giuseppe Matulli e il presidente di quartiere Eros Cruccolini.
“L’ordinanza di sgombero – ha commentato Passaleva - va certo eseguita. I tempi possono però essere concordati e dobbiamo lavorare affinché per i rom allontanati dal campo, pochissimi sono quegli risultati irregolari, sia trovata un’adeguata soluzione temporanea in vista del loro trasferimento al Poderaccio”. ”Già da oggi – annuncia - l’acqua sarà di nuovo disponibile e presto sarà riattivata anche l’energia elettrica. Lo sgombero è stato comunque effettuato prestando attenzione a donne e bambini”.
“Come Regione – continua Passaleva – siamo disposti a stornare parte del miliardo e 600 milioni di vecchie lire che avevamo già destinato al Comune di Firenze per allestire un nuovo campo in sostituzione di quello del Poderaccio, per ripristinare o restaurare quegli immobili che eventualmente rintraccerà e vorrà utilizzare per ospitare queste famiglie.
Per il campo potremmo poi trovare altre risorse nel bilancio del prossimo anno”. Sono infatti ancora 66 le persone – 34 adulti e 32 minori, divisi in 15 gruppi familiari di origine perlopiù jugoslava, kosovara e albanese – che devono trovare una sistemazione. “Anche la Prefettura e la Questura – conclude Passaleva – dovranno comunque fare la loro parte, per evitare che, ultimato lo sgombero, non si verifichino nuovi afflussi ed occupazioni irregolari”.
Intanto l’approvazione definitiva è arrivata dal Senato nel pomeriggio di ieri.
Contestualmente all’entrata in vigore della legge, il governo varerà un provvedimento di regolarizzazione dei lavoratori irregolarmente presenti sul territorio nazionale, come previsto per colf e badanti. Uno zuccherino o un atto di dovuta civiltà? Nei prossimi mesi dovrebbero entrare in vigore delle direttive comunitarie in materia di immigrazione ed asilo, secondo quanto deciso al Consiglio europeo di Siviglia,che l’Italia sarà costretta a mettere in atto. La Lega Nord è ovviamente soddisfatta di questa giornata, tant’è che Giancarlo Pagliarini lo definisce “un provvedimento con grandi aperture sociali: l’immigrato che entra in Italia ha non solo il contratto di lavoro, ma anche la garanzia di abitazione...”
Da stasera alle ore 21:00, a Empoli, al Parco di Serravalle, Etnofestival.
Nello Spazio Libera Informazione il tema della serata è "Porto Alegre in movimento".
Verrà presentato il cd "Carlo Giuliani", a cura del CSA Intifada, cui seguirà la proiezione del video "Argentina", a cura di Indymedia. All'ingresso sarà possibile firmare i referendum sociali su ambiente, salute e lavoro a cura del comitato promotore. Informazioni CSA Intifada - Via XXV Aprile - Empoli - 0571/931021 - csaintifada@dada.it