Un evento tra i più attesi per l’estate musicale 2002 è il ritorno del sassofonista norvegese Jan Garbarek, che il 5 di luglio a Prato inaugurerà la sua nuova tourneè in Italia. Riconoscibile all’istante, ad ogni attacco, grazie ad una sonorità unica, luminosa ed appassionata, Jan Garbarek è uno dei musicisti più originali in attività, alfiere di una sintesi tra elementi jazz e tracce della tradizione folclorica dell’Europa del Nord.
Dalle fine degli anni ’60 Garbarek si è messo in luce collaborando con il compositore George Russell e, succesivamente, con il pianista Keith Jarrett, in un celebrato quartetto, con il chitarrista John McLaughlin, in combinazioni che li affiancavano anche ad artisti indiani, e più di recente con i cantanti del prestigioso ensemble classico Hilliard Ensemble, con cui ha realizzato una pietra miliare nella sua discografia, il cd Officium.
Grazie alla sintesi di elementi provenienti da varie tradizioni la musica di Garbarek è profondamente ispirata ad uno spirito di sinfonia globale che si traduce in un’appassionante sequenza di paesaggi sonori dove svetta il suono del suo sassofono. Dall’esordio con il disco African Pepperbird Jan Garbarek è divenuto uno degli artisti più rappresentativi dell’etichetta tedesca ECM, con cui incide ancora oggi.
Le sue prove da leader lo hanno visto spaziare da contesti più vicini alla tradizione del jazz a dischi in cui la sua musica assorbiva differenti influenze ed ispirazioni, come nelle collaborazioni con la vocalist lappone Mari Boine o con il percussionista brasiliano Nana Vasconcellos con il violinista indiano Shankar, alla ricerca di una comunicazione tra musicisti in grado di superare confini e barriere.
A Prato Garbarek è atteso con il suo Group che rinnova una collaborazione profonda e consolidata con Marilyn Mazur alle percussioni, Rainer Brüninghaus alle tastiere ed Eberhard Weber. Gli stessi artisti sono in sua compagnia in alcuni dei suoi ultimi dischi, accolti con entusiasmo dai numerosi fan del sassofonista norvegese, quali I Took Up The Tunes, Twelve Moons, ed il più recente Visibile World.
Martedì 2 "All Around the World" all'Anfiteatro del Museo Pecci (ore 21. 30). Ingresso 12 euro.
Tutto cominciò nel 1973 quando l’etichetta inglese Island pubblicò l’album "Catch a fire".
Fu allora che il mondo del rock scoprì Bob Marley ed il suo gruppo, i Wailers. Da quel momento il reggae, il ritmo in levare che arrivava dalla Giamaica, l’isola che nei primi anni sessanta aveva festeggiato in musica l’indipendenza dall’inghilterra con la gioia dello ska per poi celebrare il suono del soul della motown e della stax con il rocksteady, comincia ad essere presente nelle classifiche di vendita di dischi di tutto il mondo ed a consacrare Bob Marley ed i Wailers nel gotha dei grandi della musica di tutti i tempi.
I Wailers tornano in tour per celebrare il loro 30° anniversario, sempre capitanati da Aston "family man" Barrett, che sin dagli inizi è stato il direttore musicale e arrangiatore, costituendo con lo scomparso fratello Carlton la mitica base ritmica degli Wailers.
Oltre a "family man" al basso, l’attuale line up della band include altri membri originali della band come Earl "wya" lindo all’organo, Glen da Costa al sax, Vin Gordon al trombone tutti musicisti che hanno suonato sia in studio che dal vivo con Bob Marley. L’attuale cantante e’ Gary "nesta" Pine con gli Wailers dalla scomparsa di Bob.