In un’inclinata e affollata prospettica, degna del Palio di Siena, ieri sera in piazza Pitti, lo spettacolo de La Fura dels Baus ha inaugurato per Classico Italia la rassegna estiva di Pitti Uomo. La Fura dels Baus è un gruppo catalano sulla scena teatrale attraverso performaces spettacolari in cui lo spettatore è coinvolto e provocato. Ieri sera per rendere omaggio alla Divina Commedia del Fiorentino, in un bagno di folla eccezionale, La Fura ha volato sulla piazza, ha irradiato la città di suoni e luci, ha offerto uno spettacolo pirotecnico sul fronte della storica pietra di palazzo Pitti.
La Fura dels Baus esprime le sconvolgenti mutazioni che colpiscono il corpo umano: con lo spettacolo sulla Commedia raccontava del nostro Inferno moderno, alludendo infine all’auscipabile ascesa al Paradiso.
Attraverso gesti violenti, lacerazioni fisiche e pulsioni sado-maso, la Fura dels Baus rappresenta un ritorno al primitivo che esprimere insofferenze, paure e sessualità estrema. Anche in piazza Pitti scene apocalittiche, di una drammaticità portata alle estreme conseguenze, con acrobati che violavano la legge di gravità calandosi dalla facciata del palazzo, oppure appesi ad una gru alta 30 metri. Lo spettacolo si è aperto con una sorta d’angelo alato che volava sopra le teste degli spettatori.
Sulla facciata di Pitti veniva poi sparata una raffica di immagini, da cui alcuni attori vestiti dal consorzio sartoriale promotore dell’evento per rappresentare i peccati capitali, sempre sospesi ai cavi, danzavano interferendo con le immagini e i suoni proiettati. Così le ombre dei ballerini mimavano la caduta verso l’inferno. Ma il momento migliore dei 30 minuti di performance si è visto al termine, con una rete umana di 30 attori-mimi biancovestiti che, appesi a fili a propria volta, si son prodotti in una suggestiva metafora della lenta ascensione al Paradiso.
A onor del vero c’è da ammettere che (+xt)2, lo spettacolo realizzato dai catalani “appositamente” per laTelecom, e andato in scena nelle strade di alcune città italiane, da Rimini a Bari tra luglio e settembre scorso, era composto di molti elementi simili a quelli “dedicati” ieri sera a Dante.
L’arcangelo alato, ad esempio, lo scorso anno rappresentava Mercurio, dio della comunicazione. e gli acrobati appesi ai fili del Paradiso, l’estate scorsa si producevano in una metafora visiva della rete Internet.
Questo per dire che uno spettacolo che è una vera orgia visiva-percussiva psichedelica,un uragano percettivo richiede uno sforzo produttivo e organizzativo (ben 50 le persone coinvolte) che può essere sostenuto soltando con grossi budget. E non è sempre stato così. All’inizio, nel 1979, la compagnia catalana nacque come gruppo di teatro di strada, contrassegnandosi con il superamento della rigida separazione fra attori e pubblico portò all’adozione di spazi anticonvenzionali.
Performer e spettatori sono sempre mescolati nelle azioni sceniche del gruppo, e non c’è mai un’unica direzione in cui guardare, il coinvolgimento è totale, per alcuni eccessivo. Poi, nei primi anni ottanta la produzione dello spettacolo "Accions" diventa il fenomeno artistico del momento. Col tempo, la violenza si stempera lasciando spazio alla ricerca e a nuove forme di multimedialità: fa il suo ingresso il testo recitato, la messa in scena d’opera lirica, il cosiddetto teatro digitale.
Siamo al successo planetario: la compagnia realizza lo spettacolo d’inaugurazione dei giochi olimpici di Barcellona nel 1992 ed, in seguito eventi spettacolari commissionati da grandi aziende come la Mercedes e la Pepsi per "azioni di promozione". In questo modo più di un milione di spettatori in tutto il mondo hanno partecipato al "lenguaje furero".