Il prossimo anno decine di bambini rischiano di restare fuori dalla scuola dell'infanzia (l'ex-materna). E' quanto denunciano alcuni genitori di Soffiano, Legnaia, San Quirico, Mantignano e Ugnano che, dopo aver appreso che il proprio figlio risulta 'sopranumerario', hanno deciso di inoltrare una petizione alle autorità competenti. I plessi interessati sono: 'Rodari' (via Siena), 'Ciari' (p.zza Carlo Dolci), 'Niccolini' (via di Scandicci) e 'Ambrosoli' (via di Mantignano); le primi due scuole sono statali, le altre due comunali.
Il Quartiere 4, nella seduta del 28 maggio, ha fatto proprie le preoccupazioni delle famiglie approvando un documento che invita sia l'assessorato alla pubblica istruzione che il Provveditorato agli Studi a colmare questa lacuna attraverso l'istituzione di nuove sezioni. L'assessore Lastri ha già risposto positivamente manifestando l'intenzione di risolvere il problema mentre il Provveditorato non ha ancora dato segni del suo impegno in questo senso. Il Quartiere 4 ritiene comunque di dover sottolineare come l'indirizzo pseudo-riformatore del ministro Moratti renda sempre più difficile affrontare questo tipo di situazioni.
Gli annunciati tagli agli organici metteranno a rischio anche il semplice mantenimento degli attuali livelli di servizio e comprometteranno la qualità della didattica colpendo soprattutto il settore dei progetti speciali e dei laboratori, proprio dove più si lavora alla ricerca e all'innovazione. C'è poi da chiedersi cosa succederebbe se passasse l'idea 'morattiana' dell'ingresso precoce nella scuola dell'infanzia (a 2 anni e mezzo invece che a 3) e nella scuola elementare (a 5 anni e mezzo invece che a 6).
In quel caso infatti il sistema scolastico dovrebbe improvvisamente far fronte ad una massiccia immissione di nuovi alunni senza disporre minimamente delle risorse necessarie. Il 'precocismo' preoccupa anche e soprattutto per ragioni pedagogiche ed educative: un gruppo di docenti del Circolo 10 si è da tempo costituito in comitato per lottare contro un'idea di scuola che viola la naturale evoluzione biologica e comportamentale del bambino, che sarebbe strappato alla necessaria dimensione ludica per affrettare l'inserimento in un ambito didattico formalizzato.
Questa visione frettolosa e frenetica della formazione mette i brividi anche perché sembra parte integrante di una concezione aziendalistica della società e della vita che oggi si sta cercando di accreditare come se fosse la cosa più scontata del mondo.