Tra i risultati emersi, l¹omologazione di 7 nuovi cloni, di cui quattro di Sangiovese e tre di Prugnolo Gentile. Da sottolineare che si tratta della prima ricerca in Toscana in cui è stata prevista una parte riservata alle applicazioni biotecnologiche in viticoltura.
Il miglioramento della nostra viticoltura non può che passare dalla disponibilità di materiale di propagazione che si contraddistingua per caratteristiche di eccellenza sotto il profilo genetico, sanitario e chimico-enologico.
E la 36^ edizione della Settimana dei Vini, a Siena, è stata l¹occasione in cui l¹Arsia, l¹agenzia regionale della Toscana per lo sviluppo in agricoltura, ha presentato i risultati di due specifici progetti di ricerca che hanno riguardato il ³Miglioramento qualitativo delle produzioni vitivinicole e del materiale di propagazione² e l¹³Ampliamento della piattaforma ampelografica².
Assegnata tramite bando pubblico di ricerca ad un pool di istituzioni scientifiche (composto dai dipartimenti di: Coltivazione e difesa delle specie legnose dell¹Università di Pisa, Biologia ambientale e Biologia Molecolare dell¹Università di Siena, Ortoflorofrutticoltura, Biotecnologie agrarie ed Economico-estimativo dell¹Università di Firenze e da soggetti imprenditoriali e Consorzi interessati alle aree oggetto di studio) la prima ricerca si è articolata in sottoprogetti e ha previsto lo studio di una serie di tematiche di carattere tecnico-colturale, fitosanitario, enologico ed economico-promozionale, volte alla valorizzazione di alcuni vitigni di particolare interesse regionale nelle diverse fasi di selezione, produzione, trasformazione e commercializzazione.
I risultati (alla cui presentazione - coordinata dal professor Enrico Triolo dell¹Università di Pisa - hanno partecipato il presidente dell¹Enoteca Italiana Flavio Tattarini, l¹amministratore Arsia, Maria Grazia Mammuccini ed il professor Mauro Cresti, presidente del Comitato Tecnico Scientifico Arsia) hanno permesso di ottenere il riconoscimento ufficiale per 3 cloni di Prugnolo Gentile (Bravio, Bruscello e Grifo) e 4 di Sangiovese (serie Chianti Futuro 1-4) e sono state effettuate indagini genetiche e sanitarie su importanti vitigni del germoplasma toscano: Aleatico, Mammolo, Vermentino Bianco, Prugnolo Gentile, Verdello e Sangiovese di varie aree viticole della Toscana.
³Risultati importanti ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia - per due motivi fondamentali. Il primo è rappresentato dalla concretezza, in quanto si offrono cloni innovativi per le imprese in una fase in cui il programma di reimpianto toscano ha bisogno di materiale qualificato; il secondo, è la concreta dimostrazione che la Toscana - benché contraria all¹Ogm - è favorevole all¹applicazione non invasiva delle biotecnologie nel settore agroalimentare, che anzi possono contribuire al mantenimento del germoplasma autoctono toscano.
Non a caso ha concluso Mammuccini si tratta della prima ricerca in Toscana in cui una parte è stata riservata alle applicazioni biotecnologiche in viticoltura per il riconoscimento delle caratteristiche del ³genoma vite² e per la caratterizzazione della biodiversità dei lieviti utili alla vinificazione².
I risultati, inoltre, hanno consentito indispensabili indicazioni sia per un razionale processo di rinnovamento degli impianti, sia per l¹impiego di elementi innovativi della tecnologia di vinificazione con interventi biotecnologici.
Il materiale omologato è già in corso di premoltiplicazione presso il Nucleo Viticolo della Toscana con sede a San Piero a Grado (Pisa), e si prevede che sarà disponibile per i viticoltori nei prossimi anni.
L¹appuntamento con il progetto sulla Piattaforma Ampelografica, invece, si è incentrato sulla ³Valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni toscani² e si è collocato a conclusione della seconda fase del progetto coordinato dall¹Arsia e realizzato dall¹Istituto Sperimentale per la Viticoltura, sezione operativa di Arezzo, e dall¹Istituto Sperimentale per l¹Enologia, sezione di Gaiole in Chianti.
Il progetto ha visto la realizzazione di 7 vigneti sperimentali (per una superficie complessiva di 8 ha), dislocati in 6 province, ubicate in aree viticole rappresentative sia per aspetti geopedologici sia climatici. La realizzazione dei vigneti si è sviluppata in due momenti corrispondenti alle due fasi del progetto: 1997-2000 e 2000-2002. Tali campi sperimentali, oltre a verificare le caratteristiche viticolo-enologiche di varietà di interesse nazionale in diversi ambienti viticoli, stanno offrendo indicazioni tecniche e tecnologiche importanti per la valorizzazione di alcuni vitigni toscani.
Tutti risultati che riguardano i cinque campi dislocati nelle province di Grosseto, Pisa, Lucca, Arezzo, e che - a seguito di 151 microvinificazioni, rilievi fenologici e produttivi sui 30 vitigni presenti in ciascun campo - ha portato a verificare l¹adattabilità dei 20 vitigni esaminati, oltre ad individuare le potenzialità dei vitigni locali nei diversi ambienti pedoclimatici toscani e nazionali.
Tra i vitigni regionali testati, con l¹esclusione del Sangiovese e del Trebbiano toscano scelti come testimoni, sono risultati di particolare interesse Foglia Tonda, Barsaglina, Mazzese, Vermentino e Ansonica, soprattutto per Barsaglina e Foglia Tonda si tratta di una vera e propria riscoperta che potrà contribuire a differenziare e tipicizzare ulteriormente le produzioni regionali.