Firenze, scuole medie superiori: le ragazze fumano di più dei coetanei maschi. E non di poco: una su 3, contro uno su 4. E’ il risultato per certi aspetti sorprendenti di un’inchiesta motivazionale condotta in questi giorni su 560 studenti di 11 istituti fiorentini dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) in collaborazione con la Asl 10.
Alla vigilia della Giornata mondiale senza tabacco indetta per il 31 maggio dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, i risultati sono stati presentati oggi in Palazzo Vecchio nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alla sanità Graziano Cioni, il presidente della LILT Sergio Chiostri, il vicepresidente dell’ASL 10 Angiolo Baroni e il generale Giorgio Cantini, presidente di Atletica Asics Firenze Marathon.
“E’ scientificamente provato che il fumo causa danni enormi”, ha commentato Cioni, “I dati sono inconfutabili.
Per questo è importante la prevenzione. Sono di grande utilità le iniziative rivolte agli studenti, ai militari di leva e, più in generale, a tutte le categorie di cittadini. Trovo però paradossale che l’Italia sia proprio lo Stato a vendere il “fumo” con la scritta “Nuoce gravemente alla salute”.
Chiostri ha spiegato i risultati dell’inchiesta nei licei: “L’età media degli intervistati è di 15 anni. Si tratta di ragazzi che appartengono per lo più a famiglie di reddito medio alto con presenza di almeno un fumatore in 2 casi su 3.
Secondo la maggior parte del campione è possibile iniziare a fumare anche durante l’adolescenza. Quasi tutti sanno benissimo che il tabacco fa male, ma solo uno su quattro (24%) dichiara che sarebbe meglio non cominciare mai”.
Tra i fumatori confessi circa 6 su 10 hanno iniziato da 1-2 anni. Alcuni da più di 3. Quanto alle motivazioni, la maggior parte (43%) spiega di sentirsi meno stressato. Altri (23%) rispondono semplicemente “perché mi piace”. Alla domanda: “Come si comporterebbero i tuoi genitori se ti trovassero a fumare?” il 40% si dichiara convinto che capirebbero.
Chiostri ha presentato altre due ricerche, la prima sui partecipanti ai gruppi LILT per smettere di fumare (2405 persone nel periodo 1989 – 2002, 44% i successi definitivi dopo un anno), l’altra sul fumo passivo a scuola, un test al quale hanno risposto 526 studenti di 11 istituti fiorentini.
Due ragazzi su 3 hanno provato a fumare, soprattutto le femmine (72% contro 68,8% di maschi) che sono più numerose anche tra i fumatori abituali (31% contro 21%). Oltre il 40% del campione fuma più di 30 sigarette alla settimana.
Nel corso della conferenza stampa sono state annunciate anche le iniziative che caratterizzeranno a Firenze e in provincia la Giornata Mondiale senza Tabacco. Si inizia giovedì 30 maggio (ore 10) con una gara di staffetta al Campo Scuola di Sorgane (via Isonzo, bus 23A) alla quale parteciperà una selezione qualificata di oltre 200 studenti medi.
Un’iniziativa che ha coinvolto Lilt, Asics Firenze Marathon, Comune di Firenze, Asl, Regione Toscana e Ufficio Scolastico Regionale.
“Si tratta del trofeo Corri e Sfùmati”, ha ricordato il generale Cantini, “I vincitori potranno partecipare alla Staffetta di S. Giovanni che precede la Notturna di S. Giovanni, la corsa su strada più prestigiosa della città. Il successo è stato tale che pensiamo di ripetere ogni anno questa gara di staffetta per le scuole”.
Il 31 maggio la LILT sarà presente nelle piazze Repubblica, Dalmazia e Isolotto con il tradizionale gazebo.
Per i più piccini un programma di giocolieri, per i ragazzi distribuzione delle magliette Corri e Sfùmati disegnate da Sergio Staino e per i più grandi misurazione gratuita del monossido di carbonio a cura dei tecnici dell’Asl. All’ospedale di Ponte a Niccheri, invece, presentazione del progetto Ospedale contro il fumo. A Marradi e Borgo S. Lorenzo proiezione del film Insider (Al Pacino) dedicata agli studenti. E’ la storia vera dei crimini di una famosa multinazionale del tabacco. Presentati oggi in Palazzo Vecchio anche i risultati di un questionario sul fumo passivo.
Sono le risposte di 526 ragazzi di 11 scuole superiori fiorentine: il 64,2% femmine, il 35,8 % maschi, età media 15 anni. Il più alto livello di partecipazione è stato raggiunto all'Istituto Tecnico Commerciale Peano (121 risposte), all’ITC A. Volta (87) e allo scientifico Agnolotti (65).
La metà dei ragazzi (40,5% maschi, 56,3% femmine) dichiara di non sapere chi, a scuola, è incaricato di far rispettare il divieto di fumare. Chi afferma il contrario chiama in causa soprattutto gli insegnanti, il direttore e i custodi.
Bagni e cortili, corridoi e spogliatoi sono le aree dove si fuma di più. Biblioteche e aule quelle in cui si fuma meno.
La maggior parte del campione (87%) pensa che il fumo passivo sia un problema abbastanza o molto importante, mentre solo il 5% lo ritiene trascurabile. I maschi tendono a sottovalutare la questione: il fumo passivo è un pericolo poco importante per il 19% contro 1'8% delle femmine.
Secondo oltre la metà degli studenti, soprattutto maschi, non vale la pena partecipare ad attività di prevenzione del tabagismo nelle scuole.
E sono destinati a scarsi risultati anche i tentativi di convincere con le parole gli amici a smettere. Giusto, invece, incoraggiare chi ha deciso di smettere. Lo fa regolarmente il 40% del campione, in particolare le femmine brave anche a "chiedere agli amici di non fumare se questo può disturbare qualcuno" . Queste attività sono tra le più condivise dagli studenti.
Documentarsi sulle conseguenze del fumo di tabacco e del fumo passivo e "affrontare criticamente l’argomento" sono le attività preferite soprattutto dalle femmine.
Un quarto dei maschi sostiene di riuscire a parlare regolarmente con gli amici delle motivazioni che inducono a fumare.
Tra le opinioni sul fumo balza agli occhi che la maggior parte dei ragazzi ha difficoltà a parlarne con gli amici perché l’argomento è tale da scatenare conflitti, isolamento. E si ha comunque la convinzione di non poter essere sufficientemente persuasivi. Di conseguenza, la maggior parte dei ragazzi, e le femmine in particolare, evitano di dissuadere gli amici dal fumare dove non è permesso.
Oltre il 60% dei ragazzi, soprattutto femmine, dichiara che, in ogni caso, dissuadere dal fumo gli amici non ha alcun effetto positivo sulla loro salute e su quella delle persone vicine.
Evidentemente, spiega la ricerca, si sottovalutano gi effetti a breve termine del fumo. Sentirsi parte di un gruppo che si occupa specificamente di fumo di tabacco è però considerato dalla maggior parte dei ragazzi un mezzo per socializzare. Evidentemente è il far parte di un gruppo che li interessa.
Sentirsi soddisfatti quando si parla con gli amici delle motivazioni che inducono a fumare e considerare il fumo un argomento interessante sono atteggiamenti che trovano abbastanza o molto d’accordo circa la metà degli studenti, soprattutto maschi.
Oltre il 60% si sentono abbastanza o molto sostenuti dagli amici quando parlano di fumo. Da sottolineare che comunque il fumo di tabacco è considerato problema dì scarso interesse. Quasi il 70% del campione dichiara di non avere tempo per occuparsi di queste cose. Più di 2 su 3 (maschi 68,8%; femmine 72%) hanno provato a fumare, anche per pochi momenti.
Il 21% dei maschi ed il 31% delle femmine dichiarano di fumare abitualmente, mentre il 60% di entrambi i sessi non hanno alcuna intenzione di iniziare.
Infine, oltre il 40% dei fumatori dichiara di fumare più di 30 sigarette alla settimana.
In Italia le sigarette uccidono 83 mila persone all’anno
Ogni anno in Italia il fumo uccide circa 83.000 persone, ossia 1 su 6-7 decessi è dovuto al tabacco. In particolare, sono 45 mila le vittime del cancro provocato dalle sigarette, il 30% di tutte le morti per tumore. Tra i giovani maschi la mortalità è tra le più alte dei Paesi occidentali. Secondo il recente Libro Bianco sul fumo preparato dalla LILT in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, a meno di modificazioni importanti nei costumi, nei prossimi decenni l’Italia sarà uno dei Paesi dell’Unione Europea in cui il fumo uccide di più.
Rispetto ai non fumatori, i fumatori sono 22 volte più a rischio di tumore ai polmoni, da 6 a 7 volte in più per neoplasie alla bocca, da 8 a 10 volte per tumore all’esofago, da 10 a 18 volte per i tumori alla laringe.
Il piano sanitario nazionale 1998/2001 attribuisce al fumo il 90% delle morti per tumori polmonari, i 2/3 delle morti per broncopneumopatia cronica ed 1/4 delle morti per malattie cardiovascolari. L’obiettivo generale del piano è di ridurre la prevalenza dei fumatori, che non dovrebbe superare il 20% degli uomini e il 10% delle donne, tendendo a zero per le donne che fumano in gravidanza e riducendo i fumatori tra gli adolescenti, e la quantità quotidiana di sigarette.
Il piano indica tra le azioni specifiche a livello regionale e locale, la promozione di interventi di educazione sanitaria, la diffusione di misure preventive, la disassuefazione al fumo.
E le donne toscane fumano di più
In Toscana fumano mezzo milione di uomini (33%) e oltre 350.000 donne (22%). Secondo ricerche del Centro Studi prevenzione Oncologica di Careggi, complessivamente la Toscana ha la stessa proporzione di fumatori dell’Italia, con l’eccezione delle donne che fumano molto più della media delle italiane (17%).
E’ invece rimasta stabile la percentuale dei fumatori. Uomini.
Tra i più giovani, prima dei 20 anni, fuma un ragazzo ogni 5. Per le giovanissime l’abitudine al fumo si è particolarmente accentuata. L’unico dato confortante è quello degli ex fumatori: smettono sempre di più sia i maschi che le femmine, soprattutto in Toscana (23%) rispetto al resto d’Italia (20%).
(mr)