Sabato 25 maggio alle ore 21 nella splendida Abbazia di San Zeno il Balletto Teatro di Torino-Loredana Furno presenta SALOME’, balletto ispirato al dramma in un atto di Oscar Wilde per la coreografia di Matteo Levaggi.
I sette veli fatali della principessa di Giudea dovevano, altrettanto fatalmente, affascinare un giovane singolare artista della danza, Matteo Levaggi, che ha visto nel personaggio, da lui stesso interpretato, un simbolo di diverse contraddizioni, ambiguità ed estetiche doppiezze, tutte distillate nell’idea e nell’istinto di seduzione danzante.
Così Matteo Levaggi, quì alla sua prima importante esperienza d’autore, spiega la sia Salomè: «L’azione si svolge in uno spazio che diremo “neutrale”; non c’è tempo, non c’è luogo.
Gli unici elementi scenici sono la cisterna in cui è tenuto prigioniero Giovanni Battista e una Luna sulla quale è adagiata Salomè. I personaggi si riducono a Giovanni, Erodiade, Erode, Narraboth, il paggio di Erodiade e Salomè. Li ritroviamo come li ha voluti Wilde, anche se alcuni loro tratti quì sono visti da una prospettiva particolare. Nella mia versione danzata, Salomè è interpretata da un danzatore, scelta che potrebbe essere malintesa. Ma Salomè quì è un uomo semplicemente perchè non è una “persona”, non è determinata sessualmente.
L’identità di Salomè l’ho trovata nella fase che apre il dramma:
“Guarda la luna. La luna ha un aspetto assai strano.
Somiglia ad una donna che sorga da un sepolcro.
Somiglia a una donna morta, che vada in cerca di morti...”
In queste parole è racchiusa tutta l’opera. Perciò Salomè sarà l’incarnazione della Luna, che può solo mutare di “umore”, restando tra il maschile e il femminile, tra la vita e la morte, come se fosse ferma in una “zona neutrale”, dove neanche la sua morte sarà una soluzione, perchè resterà tra la vita reale (la passione per Giovanni) e il suo mondo (la Luna)»
Elisa Vaccarino su Balletto Oggi scrive: “...
Interessante la Salomè di Matteo Levaggi… La prima parte è tutta al maschile, con Levaggi stesso nel ruolo androgino di Salomè che gli calza alla perfezione per qualità fisiche e per limpidezza tecnica…; la coreografia ricorda certe immagini di danza plastica russa o tedesca di inizio secolo, ben ambientata dallo scenografo Eugenio Guglielminetti tra una piccola torre pozzo e una metà di luna piena posta a terra. .....c’è Loredana Furno, regina crudele nell’inedito ruolo di Erode, in uno splendido costume a spirale, tipo buccia d’arancia, unica presenza femminile, nel bel ruolo del tutto appropriato alla sua presenza scenica.”
I personaggi ed interpreti sono Salomè Matteo Levaggi, Erode Loredana Furno, Erodiade Giuseppe Cannizzo e Zao Tong, Narraboth Razvan Marius Dumitru, un paggio di Erodiade Gianluca Martorella, Giovanni Battista Massimo Arbarello.
Le musiche sono firmate da Henry Dutilleux, Mauricio Kagel, John Zorn, la scenografia da Eugenio Guglielminetti ed i costumi da Manuela Dello Preite.
Per questo appuntamento con la danza contemporanea all’Abbazia di San Zeno i biglietti, posto unico con prezzi che variano da 10,33 a 7,23 Euro, sono già in prevendita presso il Botteghino del Teatro.