Tutto esaurito per Daniele Silvestri in concerto alla Stazione Leopolda.
Silvestri pubblica pubblica nel’94 il suo album d'esordio, "Daniele Silvestri" e subito vince il Premio Tenco come migliore opera prima dell'anno. Partecipa nella sezione "Giovani" del Festival di Sanremo 1995 con "L'uomo col megafono”: il suo talento viene riconosciuto subito da una giuria di autori, che gli assegna il Premio Volare, come miglior testo letterario. Il secondo album, "Prima di essere un uomo", conquista il disco d'oro.
Instancabile, nel 1996 firma la sua prima colonna sonora di "Cuori al verde" di Giuseppe Piccioni e incide "Il dado". La canzone manifesto di quel disco è "Cohiba", dedicata a Ernesto Che Guevara e coerente con le idee politiche di Silvestri, che si è sempre dichiarato comunista, grande estimatore del Che e sostenitore della causa cubana e dell'obiezione di coscienza. Le esibizioni dal vivo sono soprattutto un mezzo per offrire il proprio contributo alle cause in cui crede, a partire dal raduno musicale contro le mine antiuomo a Roma nel novembre '96, al Primo Maggio a Roma nel ‘97; al concerto per Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani; all'Avana per il Festival della Gioventù Comunista.
Il teatro offre nuove forme d'espressione al suo talento poliedrico: a maggio ricopre il triplice ruolo di autore, attore e cantante con Rocco Papaleo nello spettacolo "Rosso fiammante bloccato neve dubbio vetro tesi infinito”. La collaborazione con Rocco Papaleo prosegue nel disco di quest'ultimo "Che non si sappia in giro". Più tardi va in scena a Cesena la prima di "Frankensteinmusical", un musical in cui è autore delle canzoni. Firma anche due brani contenuti nel disco di Fiorella Mannoia "Belle speranze".
Il 1998 si apre con il secondo album dei Tiromancino. Riceve il Premio Ciampi e il Premio Mariposa per i testi dell'album "Il dado". Scrive i testi per la commedia teatrale "Domani notte a mezzanotte qui" di Angelo Orlando. Dopo il teatro, il cinema: compone le musiche del film "Barbara" nel quale appare in un cameo recitando la parte di se stesso. In autunno, invece, esce l'album "Microchip emozionale" dei Subsonica dove Daniele canta nel brano "Liberi tutti". Premi, concerti e collaborazioni proseguono nel 2000: firma il testo di cinque canzoni contenute in "Serendipity", il disco della P.F.M.
uscito in autunno. Il suo palmares teatrale si arricchisce di una nuova prestigiosa opera: compone le musiche di "Tango", lo spettacolo di Francesca Zanni ispirato al dramma dei desaparecidos argentini. Sul fronte musicale, Daniele dedica l'intero 2001 alla stesura delle canzoni per il nuovo disco, "Unò-duè" che pubblica nel marzo 2002 e si presenta con notevole successo col brano sanremese “Salirò”.
Sabato 25 maggio 2002, ore 22.00, alla Stazione Leopolda di Firenze Peppe Voltarelli (fisarmonica,chitarra,voce), Salvatore De Siena (chitarra,percussioni), Amerigo Sirianni (mandolino,chitarra), Cristian Lisi (basso), Mimmo Mellace (batteria).
Il progetto delle "nuvole pesanti", nasce a Bologna nel 1990 dall'incontro quasi casuale tra alcuni studenti del Dams fuori sede nelle aule dell'università occupata dal movimento della Pantera.
Il desiderio di mettere in musica il disagio creativo che vivevano in quel periodo, dà vita ad una banda di dodici musicanti che si aggirano con gli strumenti più svariati per tutte le feste e festine della città. Le due caratteristiche principali dell'orchestrina sono una forte matrice popolare delle canzoni suonate e il cantato in dialetto che da li a poco sarebbe diventata una delle novità più rilevanti nella nuova scena musicale nazionale. La freschezza e l'entusiasmo del primo periodo portarono il gruppo nel 1993 ad autoprodurre il primo disco: "Alisifare" , che divenne un grande calderone di suoni e melodie che fu molto apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Accompagnati da una dose spropositata di concerti successivamente, vennero "Pristafora" del 1995, "Quattro battute di povertà" (1997) e "Sulle ali della mosca" (2001). Negli ultimi anni il loro lavoro si è concentrato sul bisogno di affermare con la loro musica un nuovo atteggiamento verso le problematiche del meridione, sia dal punto di vista pratico che da quello prettamente teorico e concettuale. Per quanto riguarda il primo, danno molta importanza alla presenza sul territorio, cercando di privilegiare i concerti al Sud e intervenendo nelle scuole e nelle realtà di base diffondendo le loro opere quasi con un meccanismo porta a porta, simile al classico tam tam delle civiltà tribali.
Dal punto di vista teorico invece, ritengono importante concentrarsi sullo svecchiamento dell'immagine del Sud, ponendo le basi per la creazione di una nuova individualità intellettuale ed imprenditoriale fortemente dinamica che tenga conto delle dinamiche ambientali, storiche e culturali del territorio; in una possibile rilettura del dibattito sulla questione meridionale, in quanto gruppo musicale non finiranno mai di affermare che al Sud l'industria dell'arte e della fantasia, dalla musica al teatro e alle arti in genere non ha mai avuto una voce rilevante nel bilancio di una economia spesso in passivo.
Cantando il Sud, "Raggia" , "Le cose che mi restano", "Andrebbe bene un gelato al limone", "Messa" le loro canzoni diventano la colonna sonora di questa cellula clandestina di ultras la cui squadra gioca sempre e solo in trasferta, perché il campo di casa è stato squalificato per sempre.