FIRENZE- Sono stati oltre mille i carcinomi individuati in Toscana nel 2000 grazie ai programmi di controllo effettuati dalle Aziende sanitarie: in 139 si sono scoperte lesioni importanti o tumori all’utero, in 265 al colon o all’intestino retto e in 500 alla mammella, due terzi dei quali diagnosticati in fase precoce, tanto che 9 donne su 10 hanno beneficiato di interventi conservativi al seno. E’ questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dal secondo rapporto annuale sui programmi di screening della Regione Toscana, presentato dal Cspo (il Centro per lo studio e la prevenzione oncologica) che è l’istituto scientifico della Regione per la prevenzione dei tumori.
La Toscana risulta regione all’avanguardia soprattutto per ciò che riguarda la prevenzione dei tumori alla mammella: è quella che nel 2000 ne ha fatti di più (con 108.643 donne esaminate) in termini assoluti rispetto a tutte le altre. Gli studi epidemiologici rivelano che 8,4 donne toscane su 10 affette da carcinoma alla mammella sopravvivono: è il 4% in più rispetto alla media nazionale, un dato che pone la Toscana al secondo posto in Italia, dopo l’Emilia, per sopravvivenza. Anche per ciò che riguarda il tumore del collo dell’utero, la sopravvivenza (68%) è del 4% superiore alla media nazionale.
“Si tratta di risultati positivi – commenta l’assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi – ottenuti grazie agli oltre 226.000 esami effettuati nel 2000, che evidenziano come sia importante sottoporsi ai controlli periodici e che ci spingono a potenziare ancora questa attività di prevenzione e a dare impulso all’attività di ricerca del Cspo”.
Lo screening mammografico ha interessato in media il 60% delle donne in età compresa tra i 50 e i 64 anni, ma ben 4 su 10 hanno deciso di non sottoporsi al test.
Due su tre tra quelle chiamate non hanno risposto all’appello per il pap test, il semplice esame per prevenire il tumore al collo dell’utero. Quattro su dieci è invece la media di risposta positiva all’esame per la prevenzione del tumore del colon retto. “La lotta a queste malattie – aggiunge l’assessore Rossi - ha prodotto risultati importanti, tanto che oggi sono vivi il 55% delle donne e il 40% degli uomini che negli ultimi 5 anni hanno avuto una diagnosi di tumore. Ma questi buoni risultati possono essere migliorati ancora.
Per farlo è necessaria la collaborazione di ciascuno, eliminando i rischi per la salute come il fumo e sottoponendosi a controlli periodici per fare presto la diagnosi e aiutare la guarigione”.
Alcuni di questi controlli vengono effettuati spontaneamente dai cittadini, in particolare per quanto riguarda gli esami al seno e il pap-test, ma la risposta agli inviti programmati deve essere migliorata per evitare spreco di risorse e garantire una qualità ottimale.
Per ciò che riguarda i controlli periodici sono considerati indispensabili il pap test ogni 3 anni per tutte le donne dal venticinquesimo fino ai 64 anni di età, per la diagnosi precoce del cancro all’utero; una mammografia ogni 2 anni per tutte le donne tra i 50 e i 69 anni, per la diagnosi precoce del cancro alla mammella; la ricerca del sangue nascosto nelle feci ogni anno (o una colonscopia una sola volta) per tutti i cittadini di età superiore ai 50 anni, per la diagnosi precoce dei tumori all’intestino.
Nel rapporto curato dal Cspo compare anche un capitolo sugli screening per i tumori del colon-retto. La Regione Toscana è stata la prima a chiedere alle Aziende Sanitarie l'avvio di questi servizi per la diagnosi precoce di questa neoplasia, che è la seconda per incidenza, dopo i tumori della mammella, tra le donne e la seconda dopo i tumori al polmone, anche per gli uomini.