Sabato 13 (ore 16) e Domenica 14 (ore 21) Aprile, al Teatro della Pergola, doppio appuntamento con il QUARTETTO DI TOKYO, formazione cameristica d’archi famosa in tutto il mondo - e ormai da più di trent’anni - per l’impeccabile veste sonora, lo straordinario smalto tecnico e la luminosità dello stile interpretativo. Un atteso ritorno nel nome sempre amato di Brahms, ma anche all’insegna della novità, con due brani contemporanei presentati in prima esecuzione italiana e che sono stati commissionati proprio dal Quartetto di Tokyo nel 2001.
“In Memoriam” (nel concerto di Sabato 13) ha la forma di un quartetto in un solo movimento ed è stato scritto dalla musicista americana Joan Tower per ricordare la scomparsa di una cara amica, e poi dedicato a tutte le vittime della tragedia del World Trade Center che di lì a pochi mesi ha sconvolto il mondo; è un brano carico di significati emotivi, dove sezioni lente si alternano ad altre più aggressive, lungo un percorso musicale che qua e là richiama, come un mesto ricordo, la memoria di idee lontane.
“Clèmisos y Sustalos” (nel concerto di Domenica 14), composto dallo spagnolo José Luis Turina, è una pagina dai forti contrasti che accoglie anche un omaggio ad Alban Berg sotto un titolo bizzarro e volutamente intraducibile; Turina l’ha ricavato traendo spunto dal romanzo “Rayuela” di Julio Cortazar, dove lo scrittore descrive, usandolo, un linguaggio tutto inventato, privo di ogni significato ma valido soltanto per la sua bellezza fonetica: così deve essere la musica, che per il compositore spagnolo possiede un suo valore solo in quanto tale.
Quanto alle pagine di Brahms che si dispongono intorno ai due lavori contemporanei, il Quartetto di Tokyo è ancora protagonista assoluto nei Quartetti op. 51 n. 1 e d op. 67, ma ricorre anche al sostegno di due musicisti eccezionali: nel primo appuntamento, è ALEXANDER LONQUICH, che sostituisce la pianista Elisabeth Leonskaja, assente per un’improvvisa indisposizione, ad unirsi ai quattro archi per affrontare quell’affascinante intreccio di drammaticità e lirismo che è il Quintetto op.
34; nel secondo, tocca invece alla strepitosa SABINE MEYER, già pupilla di Karajan ed oggi concertista di vivace versatilità acclamata in tutto il mondo, interpretare le malinconiche volute del clarinetto nel Quintetto op. 115.