"La gente non faceva altro che insultarmi per il colore della mia pelle -trascrive stamani la prima pagina della Nazione- Fuori di casa mi sentivo un verme: reca la data del 23 marzo la lettera con cui il sedicenne indiano, adottato da una famiglia di Firenze con la sorella minore, spiega i motivi del suo suicidio. Un segreto custodito almeno dieci giorni prima di impiccarsi. Nel messaggio, lungo tre pagine, emergono le due realtà vissutedal ragazzo: il paradiso all'interno delle mura domestiche con i genitori pieni di attenzioni e d'amore e l'inferno fuori mitigato solo dall'affetto sincero di due amici.
Oggi alle 15 i funerali. Ieri nel casale dove viveva e a scuola grande disperazione e tristezza".
"Sono addolorato e sconvolto per la tragica morte del ragazzo fiorentino di origine indiana, che si è tolto la vita perché non si sentiva accettato fuori dalla sua famiglia. Questo terribile episodio deve farci riflettere, deve porci degli interrogativi non tanto sul rapporto con la cosiddetta 'diversità', ma su come sia facile far sentire diverso chi invece diverso non è". Il sindaco Leonardo Domenici commenta con grande amarezza il suicidio del giovane studente, avvenuto ieri sera nella sua casa sulle colline di Careggi.
"Sono vicino alla famiglia come sindaco e come padre - afferma Domenici - e credo sia giusto rispettare il loro dolore in questo momento. E' noto quanto affetto questi genitori abbiano dato al loro figlio venuto da lontano, che nella sua ultima lettera racconta come solo in casa trovasse la serenità. Fuori, evidentemente viveva una situazione di estrema difficoltà ed isolamento. E' su questo che tutti dobbiamo fare un esame di coscienza. Forse si sottovalutano certi segnali, forse davvero esiste un razzismo strisciante che può colpire anche i giovanissimi, il mondo della scuola, delle relazioni sociali e interpersonali; forse diamo troppo per scontati atteggiamenti di apertura e solidarietà che invece tanto sicuri non sono".
"Non voglio colpevolizzare nessuno - aggiunge il sindaco - ma credo che la sensibilità di questo ragazzo, che viveva la delicata età dell'adolescenza e aveva alle spalle una difficile infanzia in India, non sia stata sufficientemente capita. E' anche questo che mi addolora e mi fa pensare. Spero - conclude il primo cittadino - che questa vicenda almeno serva a rinnovare l'impegno di tutta la comunità, dagli amministratori agli insegnanti, per aiutarci ed essere autenticamente aperti e solidali.
Soprattutto con chi, per un grande e coraggioso atto d'amore di una famiglia, viene a vivere nella nostra città da un paese lontano. E se la gran parte di questi bambini, che ormai sono molti anche a Firenze, cresce serenamente, anche uno solo che pone il problema dell'integrazione è sempre troppo. Soprattutto se lo fa in una maniera così tragica e definitiva". Il sindaco Domenici, che non è a Firenze e domani non potrà partecipare ai funerali del ragazzo, ha inviato un messaggio privato alla famiglia.