Questo il testo della lettera aperta del Vicepresidente della commissione cultura Graziano Grazzini all'Assessore Siliani:
«Caro assessore,
estrapolo qualche riga delle tue esternazioni parigine in occasione del Salone del Libro in corso in questi giorni, con il preciso intento di sottolinearne la gravità: La scelta dell'Italia come ospite d'onore è stata travagliata, molti intellettuali hanno preso le distanze dal Governo Berlusconi annunciando di voler evitare collisioni e poi Ciò che è successo all'inaugurazione è un'ulteriore conferma dei rischi che l'Italia corre: allontanarsi ogni giorno di più dall'Europa ed ancora Decisioni come questa portano all'isolamento politico-culturale; noi, come Comune di Firenze, rimaniamo a rappresentare l'Italia seria...- Credo possa bastare.
Il senso di appartenenza al proprio paese, specialmente quando ci si trova all'estero, è vecchio come il mondo. Abbiamo un governo scaturito nemmeno un anno fa, non da un golpe od un ribaltone, ma da libere elezioni, e se solo ti sentissi orgoglioso di essere assessore alla cultura di una città come Firenze, non saresti ricorso a questi mezzucci per diventare protagonista di una tale polemica. Sarebbe come se uno di noi consiglieri, fuori città, invece che sentirsi rappresentante di tutta Firenze intendesse intaccare la legittimità del Sindaco.
Non ho votato Domenici ma è il mio sindaco, tu non hai votato Berlusconi ma è il premier eletto dal tuo popolo. In un paese normale queste situazioni si vivono con maggior senso delle istituzioni. Per aver più tempo di riflettere su queste elementari nozioni di educazione civica ti invito dunque a dimetterti quanto prima dal tuo incarico.
Il Vicepresidente Commissione Cultura
Graziano Grazzini»