«La visita del Ministro Urbani a Firenze ha sollevato la cappa nera che era calata sul problema dell'uscita degli Uffizi da quando era infuriata la polemica sollevata dalle dichiarazioni del sottosegretario Sgarbi che aveva definito il progetto di Isozaki "un progetto da pederasta"». E' quanto ha detto il consigliere di Forza Italia Raimondo Portanova. «Va ricordato - ha aggiunto Portanova - che in tempi ormai remoti, e stranamente da tutti dimenticati, con Ministro Melandri e sindaco Primicerio, più che dell'uscita degli Uffizi a Firenze si dibatteva sulle sorti del cinema Capitol: il famoso concorso di idee per gli Uffizi venne bandito nell'aprile del '98, di concerto tra le due autorità, con termine per la partecipazione al settembre dello stesso anno e nel marzo del 99 Isozaki ne fu dichiarato vincitore.
Nel frattempo andava avanti una trattativa tra Comune e proprietà del Capitol e, il Consiglio comunale, con notevoli voti contrari e astensioni, ne approvava la ristrutturazione inserendola tra le opere del Giubileo. Il Comune, ai primi del duemila modificò la convenzione con la proprietà del Capitol, ormai chiaramente del gruppo Benetton, decidendo di porre a carico di quest'ultima 2 miliardi e ottocento milioni di lire, pari alla metà del costo del progetto Isozaki. La proprietà avrebbe pagato al Comune questa somma solo e soltanto se l'uscita degli Uffizi fosse stata quella di Isozaki che, naturalmente, aveva vinto il concorso.
Stranamente non fu preso in considerazione un bellissimo progetto del nostro Michelucci, purtroppo all'epoca scomparso, ma che tuttavia fa sua bella mostra appena entrati negli Uffizi». «Rivedo il progetto di Isozaki e prendo atto di quanto ha dichiarato il Ministro - ha concluso il consigliere di Forza Italia - si tratta praticamente di coprire con una enorme tettoia tutta la piazza Castellani, Sgarbi l'ha definita troppo grande e sproporzionata per essere un'uscita, io mi domando se invece di essere un'uscita non sia un'entrata al futuro centro commerciale.
Resta solo la speranza che "i problemi estetici del progetto" riconosciuti dallo stesso Ministro e all'esame del ministero provochino, al contrario di quanto auspica il Ministro, i necessari ritardi nell'esecuzione dell'opera e gli opportuni ripensamenti. La gatta frettolosa fa i micini ciechi».