Firenze si candida alla sperimentazione della "Società della Salute". E' quanto prevede l'ordine del giorno approvato ieri sera dal Consiglio comunale con l'astensione di Rifondazione Comunista e il voto contrario del centrodestra. Al dibattito in Sala dei Duecento è intervenuto anche l'Assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi. Il documento invita il Sindaco «a candidare il Comune da protagonista, alla sperimentazione della "Società per la Salute" prevista dal piano regionale con finalità di gestione integrata dei servizi territoriali, di governo della domanda, di coinvolgimento di soggetti no-profit, quale garanzia di qualità, appropriatezza, controllo e certezza dei costi, universalismo ed equità, valutando attentamente il rapporto tra bisogni sanitari territoriali e offerta di prestazioni ospedaliere, nonché l'essenziale unitarietà del percorso tra richiesta e offerta sanitaria».
La mozione invita anche l'amministrazione «a sostenere e condividere il recupero sostanziale e non solo formale del ruolo dei Comuni come positivo indirizzo politico della Regione Toscana verso un federalismo solidale e in parte municipale, per evitare il rischio di una burocratizzazione dei sistemi che accompagnerebbe un nuovo centralismo regionale» ed a «valorizzare e definire il ruolo del decentramento, come modalità di governo comunale partecipato». «Con questa sperimentazione - ha spiegato la Presidente della commissione per le politiche sociali e della salute Susanna Agostini - la sanità pubblica avrà un valore aggiunto: nella "Società della Salute" saranno protagonisti il decentramento, la riacquisita titolarità del Comune sul tema della salute, il volontariato.
Questa scommessa porterà la città di Firenze ad una migliore qualità della vita che terrà conto del benessere complessivo e non solo dello stato di salute. Una buona occasione alla quale il centrodestra non ha voluto partecipare».
«C'è il rischio che la Società della salute prevista dal piano sanitario regionale si risolva nella moltiplicazione dei livelli burocratici riconducibili tutti alla stessa matrice politico-pubblica. E che, alla fine, le fasce più deboli vengano penalizzate».
E' la preoccupazione espressa dal capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana e dal consigliere Graziano Grazzini, entrambi componenti la commissione comunale per le politiche sociali e della salute. «Nella Società della salute - hanno proseguito i due consiglieri di Forza Italia - si evidenzia una totale gestione pubblica, da parte dell'azienda sanitaria locale e del Comune, mentre non si prevede, almeno da quanto finora scritto e detto, una partecipazione alla programmazione e gestione dei bisogni dei cittadini né dei medici di famiglia né del volontariato non-profit la cui presenza non è peraltro specificata».
«Il controllo del servizio sanitario da parte pubblica - hanno concluso Cigliana e Grazzini - non va a confermare di per sé le affermazioni della sinistra di un piano a vantaggio dei più deboli: proprio l'esperienza del sistema sanitario sostenuto dalla sinistra ha invece confermato che sono i più deboli ad essere penalizzati perché non possono scegliere un servizio sanitario alternativo. Il principio di sussidiarietà dovrebbe invece essere il fondamento di questo servizio. La sburocratizzazione e la concorrenzialità, le grandi assenti del piano regionale, oltre ad una proficua competitività fra pubblico, privato e non-profit, con garanzia di livelli di qualità e di costi, sono invece l'asse portante della proposta politica di Forza Italia».