Sono soprattutto gli stabilimenti balneari ad essere interessati dal provvedimento che ha come corollario la determinazione dei canoni di concessione da versare nelle casse dello Stato. L'atto ha valore transitorio (una revisione piu' completa della materia e' infatti prevista tra due anni) e retroattivo (i nuovi canoni si applicano dal 1 gennaio 1998). Nel merito, le aree demaniali vengono classificate in due categorie alle quali corrispondono due livelli di contribuzione. Della categoria A, che presenta il canone maggiore, fanno parte tutte le aree libere, non concessionate: il fine e' quello di scoraggiare ulteriori richieste e mantenere un certo numero di spiagge libere.
Della categora C, col canone piu' basso, fanno parte tutte le concessioni ad oggi in essere. Viene cosi' eliminata dalla classificazione · o meglio, rimandata al termine della fase transitoria - la categoria B, a canone intermedio, prevista nella normativa nazionale per le aree considerate ad alta valenza turistica. Non ci saranno variazioni, quindi, per gli stabilimenti balneari esistenti che, in attesa dei criteri per la classificazione, erano stati provvisoriamente destinati alla categoria C.
La delibera stabilisce anche che sono i Comuni ad avere la competenza amministrativa sulla materia. Ad essi spetta in particolare l'assegnazione delle categorie alle singole aree e, entro due anni, la redazione di piani urbanistici di utilizzo delle coste, che contengano anche i riferimenti utili per definire i requisiti della maggiore o minore valenza turistica.