Perché non possiamo vivere in un mondo di pace? Perché la ricerca di un equilibrio interiore non si traduce in una spinta universale che allontana le guerre, le violenze, le ingiustizie? Come può contribuire il teatro a cambiare il mondo? E’ pieno di domande, di interrogativi importanti, il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Gary Brackett, da quindici anni componente del Living Theatre di Judith Malina, il gruppo che negli ultimi cinquant’anni più di tutti ha costruito una tradizione di teatro di forte impegno politico e civile, varando indimenticabili spettacoli contro la guerra e contro la pena di morte.
Lo spettacolo firmato da Gary , che approda venerdì 21 al Teatro Studio, s’intitola
I recentissimi eventi di New York e Washington, la guerra in Afghanistan, ma anche i fatti del G8 di Genova tornano in questo spettacolo che apre anche una sorta di dialogo con il pubblico, invitato dagli attori a partecipare all’azione scenica. Ma nel tessuto drammaturgico dello spettacolo si trovano anche tracce del celebre romanzo di Hermann Hesse, in cui il protagonista parte per un lungo viaggio alla conoscenza di se stesso e del suo posto nel mondo. E poi storie ricavate da
Protagonista dello spettacolo è il coro che evoca le vicende di Siddharta , le immagini corali sono scandite dagli interventi musicali e dalla voce del barcaiolo Vasuveda che incarna la saggezza del Fiume,metafora della conoscenza. Sul palco Mattias Kraemer, anche lui attore del Living e poi Francesca Vaccaro. Lo spettacolo è prodotto dall’associazione culturale Theandric fondata da Brackett e Virginia Siriu, l' associazione lavora sul rinnovamento del linguaggio teatrale in relazione al ruolo sociale del teatro come veicolo capace di canalizzare e divulgare la riflessione critica sul presente.