(17 dicembre 2001) – Si chiama “Radon” ed è presente nel cemento, nei tufi, nel laterizio, ma anche in graniti e pozzolane. E’ un elemento chimico radioattivo. Come riconoscerlo? Come difendersi? Il punto sarà fatto in un incontro di studio su questo tema, mercoledì 19 dicembre, alle ore 17, nella Sala Rossa di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour 1. L’incontro è stato presentato stamani dall’assessore provinciale all’Edilizia Alberto Di Cintio.
Il radon è elemento chimico radioattivo gassoso appartenente alla famiglia dei cosiddetti gas nobili o inerti.
E’ incolore, inodore e insapore; non può essere avvertito dai sensi. Viene prodotto per “decadimento nucleare” del radio che, a sua volta, proviene dall’uranio. Questi elementi sono presenti, in quantità molto variabile, in tutta la crosta terrestre e quindi anche nei materiali da costruzione che da questa derivano. Durante il processo di decadimento il nucleo del radio emette una radiazione alfa e si trasforma in nucleo di radon. Mentre il radio e l’uranio sono elementi solidi, il radon è un gas e quindi è in grado di muoversi e di fuoriuscire dal terreno (o dai materiali da costruzione o anche dall’acqua).
“Quando il radon si accumula all’interno degli Edifici – spiega l’assessore aumenta il rischio di tumore polmonare.
Per l’Organizzazione mondiale della Sanità è uno dei 75 agenti di cui è riconosciuta la cancerogenicità per l’uomo. “Milioni di edifici nel mondo e centinaia di migliaia in Italia – avverte Di Cintio - hanno inaccettabili concentrazioni di radon”.
All’incontro di mercoledì parteciperanno Francesco Bochicchio (Istituto superiore di Sanità), Silvia Bucci e Cristina Giannardi (Arpat), Luigi Minach (Agenzia Ambiente della Provincia di Bolzano) e George Piller (Azienda Sanitaria di Berna).