«E’ necessario che l’amministrazione faccia sapere il prima possibile quali decisioni sono state concordate tra le amministrazioni locali e il governo e quale è il programma d’intervento stabilito per il recupero dell’edificio di Sant’Orsola». E’ quanto chiede di sapere il capogruppo di “Insieme per l’Ulivo in Toscana” Giovanni Fittante. «La situazione, già precaria - ha spiegato Fittante che sulla questione ha presentato una interrogazione - si è ulteriormente aggravata quando tre anni fa sono stati bloccati i lavori, avviati negli anni 80, per ospitare nell’ex convento di Sant’Orsola la nuova sede della Guardia di Finanza».
«Per il blocco del cantiere - ha aggiunto il capogruppo di Insieme per l’Ulivo in Toscana - l’ex convento, e tutta l’area limitrofa, versa in uno stato di serio degrado ambientale e di completo abbandono igienico–sanitario, tant’è che, essendo già da diversi anni difficile eseguire una regolare pulizia delle strade, in alcuni punti la zona sembra essere diventata un “vespasiano a cielo aperto”». «Tutto ciò ha creato e sta creando gravi disagi ai residenti e su quelli che vi lavorano - ha rilevato Fittante - i primi, per i danni causati dai lavori alle strutture dei loro immobili, si trovano a vivere in casa con delle impalcature a sostegno dei soffitti; i secondi, per l’inaccettabile degrado che ha subito la zona, sono costretti o a chiudere le loro attività commerciali o a svenderle».
«E’ proprio per tali ragioni - ha conclude l’esponente del centrosinistra - che l’amministrazione comunale deve spiegare se intende, e in che modo, intervenire per sanare una situazione di completo degrado ambientale ed igienico–sanitario che rappresenta un rischio diretto ed indiretto per i cittadini che abitano e lavorano nella zona».