FIRENZE- «Nel contrasto quotidiano alle tossicodipendenze, il peculiare modello toscano mantiene una sostanziale efficacia: un modello che vede una forte integrazione fra pubblico e privato sociale no-profit. Per questo intendiamo proseguire sulla strada imboccata, senza trascurare un serio ragionamento sul rapporto fra dipendenze e stili di vita nella società che andiamo costruendo». E’ la riflessione del vicepresidente ed assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva, intervenuto ieri alla conferenza regionale sulle tossicodipendenze organizzata da Regione Toscana, aziende Usl e Ceart, l’organismo che coordina i 17 enti ausiliari.
Titolo: «Dipendenze: nuovi problemi, nuovi modelli».
Le azioni Sulla prevenzione e cura delle dipendenze la Regione Toscana ha elaborato uno progetto specifico all’interno del Piano sanitario regionale 1999-2001. «Gli scopi – ha ricordato Passaleva – sono conoscere il fenomeno, prevenire situazioni di dipendenza stimolando nei giovani stili di vita sani, contrastare nella scuola, nelle discoteche e negli ambienti di lavoro la diffusione delle droghe (vecchie e nuove), superare il concetto di irrecuperabilità attivando progetti e interventi finalizzati alla riduzione del danno».
«E per realizzare questi obiettivi – ha proseguito l’assessore – confermiamo una strategia che prevede una rete integrata di servizi: Sert, enti ausiliari, enti locali, cooperative sociali, volontariato e istituzioni scolastiche, puntando anche a responsabilizzare le famiglie».
Nel prossimo gennaio partirà una campagna di informazione e sensibilizzazione che interesserà tutto il territorio toscano ed in particolare le scuole medie inferiori e superiori. «Stiamo preparando – conclude Passaleva – anche un gruppo stabile di operatori per interventi formativi permanenti per chi lavora nelle discoteche».
I numeri Attualmente sul territorio toscano operano 40 Sert, distribuiti sul territorio di 12 aziende Usl.
E presso ogni Asl opera un gruppo di coordinamento. In media si rivolgono ad ogni Sert 279 soggetti l’anno. In tutto il 2000 in Toscana sono stati 11.510 (rispetto agli 11.364 del 1999). Nei Sert lavorano – a tempo pieno, parziale o a convenzione – 532 operatori (126 sono medici). Ma sul territorio operano anche 18 enti ausiliari (di cui 17 aderiscono al Ceart) con 61 sedi operative: offrono 1036 posti letto nelle comunità terapeutiche, 287 dipendenti, 61 collaboratori e 712 volontari.
Identikit Chi si rivolge ai Sert prevalentemente ha tra i 25 e i 35 anni.
Nel 2000 gli ingressi in comunità terapeutica sono stati 1985. Gli alcolisti che si sono rivolti ai servizi territoriali sono invece 2736 (1898 maschi e 726 donne): hanno per lo più tra i 30 e i 59 anni, con un picco del 26,5 per cento tra i 40 e i 49. La sostanza d’abuso primaria è l’eroina., seguita da alcol, derivati della cannabis e cocaina. Ma c’è anche un emergenza provocata dalle “nuove droghe” sintetiche (extasy, anfetaminici). Chi vi ricorre non si ritiene un tossicodipendente e non si rivolge ai Sert: la prevenzione diventa quindi ancora più importante.
Si stima che il 20-30 per cento dei giovani tra i 15 e i 30 anni ne facciano uso: non solo in discoteca ma anche sui luoghi di lavoro, dove soprattutto sono richiesti ritmi prolungati, scarsa specializzazione e turni frequenti che sconvolgono il bioritmo sonno-sveglia.
Le risorse «Nel piano integrato sociale 2001 approvato a giugno – ha spiegato Passaleva – la Regione Toscana ha destinato alla lotta della dipendenza il 9% del fondo per le politiche sociali: 196 progetti per circa 9 miliardi e 700 milioni, che supera di circa 1 miliardo e 200 milioni la quota prevista».
«Segno – commenta l’assessore – che il fenomeno della dipendenza è molto sentito e all’attenzione degli amministratori locali». Altri 9 miliardi e 157 milioni erano stati investiti nel 2000.