«Caro Presidente e cari colleghi -inizia così la risposta del capogruppo di Insieme per l'Ulivo in Toscana alle lettere inviate dai consiglieri Giogoli e Sgherri al Presidente del Consiglio comunale- Evidentemente il ruolo istituzionale non sempre è vissuto come servizio per la collettività – esempio evidente è quello della collega Giogoli - ma spesso come semplice strumento di tutela di interessi particolari e di parte, rappresentativo è il comportamento di quest’ultima sulla questione dell’aumento delle licenze taxi.
D'altronde la lettera a voi indirizzata, che leggo oggi in rete civica sotto forma di comunicato stampa, è l’esempio palese di un comportamento strumentale, speculare, poco serio e che non ha nulla a che vedere con la normale dialettica politica. Relativamente al codice deontologico istituzionale e di dignità di comportamento citato nella lettera della consigliera Giogoli, cui noi consiglieri dovremmo fare capo, evidentemente non appartiene proprio a tutti è non c’è neanche bisogno di fare l’esame del DNA! La consigliera Giogoli, infatti, sembra confondere spesso le aule: quelle dei tribunali dove in qualità di avvocato difende - naturalmente con tutta la legittimità - i tassisti, e quelle del Consiglio comunale dove spesso e volentieri non riesce a cambiare ruolo e continua questa difesa ad oltranza dei tassisti che, certamente, non rappresenta gli interessi della collettività (posso umanamente capire che i suoi sono interessi professionali ed elettorali, ma c’è un limite a tutto!).
Caro Presidente, Le avrei scritto una lettera personale ma sono costretto, mio malgrado, a scriverLe pubblicamente. Nel confermare la stima che ho di Lei devo con altrettanta chiarezza dirLe che ieri, suo malgrado, è incappato in due grossolani errori, complice la complessità dei temi trattati e l’umana stanchezza dovuta all’ora tarda. Credo che sia istituzionalmente corretto seguire come atto dovuto l’ordine del giorno approvato democraticamente ed in modo unitario dalla conferenza dei capigruppo sempre che tale conferenza abbia una sua validità decisionale.
Premesso ciò devo ricordare che i cittadini che assistono al Consiglio comunale scelgono di farlo liberamente e, quindi, altrettanto liberamente decidono quanto rimanerci e quante volte partecipare. Nel caso specifico i tassisti sono venuti e continuano a venire sistematicamente (non solo in Consiglio e, infatti, si incontrano quotidianamente in Palazzo Vecchio mentre entrano ed escono da tantissime porte…) non certo per gratificarci, ma tutt’altro sono lì per tutelare i loro specifici interessi e condizionare i consiglieri e le conseguenti attività istituzionali attraverso anche la sistematica “occupazione fisica” del Salone dei Duecento, mai così affollato.
Non capisco, quindi, il suo intervento, per la seconda volta dopo quello della scorsa seduta, nel preoccuparsi di andare incontro alle esigenze temporali dei presenti, almeno che l’intento non fosse quello di far circolare più taxi in città visto che sono insufficienti. Per amor di verità, circa lo svolgimento dei lavori di ieri, ricordo che, dopo la bocciatura della proposta di modifica dell’ordine del giorno del consigliere Falqui, e per cui la conferma del medesimo ordine del giorno, Lei ha posto la questione di come procedere in relazione ai lavori.
Dopo gli interventi del collega Nutini, che chiedeva la discussione della mozione dei taxi e quello successivo del collega Cigliana che ne chiedeva, invece, il rinvio e il suo che proponeva il rinvio nelle sedute successive (quella del 10 Dicembre), ho preso la parola, come ben si ricorderà e come risulta dagli atti, stigmatizzando questa proposta assolutamente inaccettabile e ribadendo la richiesta di proseguire nell’ordine del giorno previsto. A questo punto abbiamo proseguito i lavori secondo programma.
Per cui non ho compreso, con tutto il rispetto, la sospensione “brutale” arrivata nel momento in cui si doveva discutere l’ultima mozione all’O.d.G. riguardante i taxi. Preciso che al momento erano presenti in aula diversi consiglieri dell’opposizione (il capogruppo di Forza Italia Cigliana, la consigliera di Forza Italia Giogoli, il capogruppo di Azione per Firenze Toccafondi; il consigliere Andriulli di Alleanza Nazionale, il consigliere di Forza Italia Abbate) e tutta la maggioranza, a conferma della validità della seduta del Consiglio vista la sussistenza, peraltro, del numero legale.
Ho trovato questa decisione incomprensibile poiché non c’era stata nessuna votazione dell’assemblea in merito ad un’eventuale sospensione della mozione sui taxi, per cui si sarebbe potuto tranquillamente iniziare la discussione per poi evidentemente proseguirla, se gli interventi fossero stati numerosi, ad inizio del successivo Consiglio. Relativamente all’altrettanto strumentale atteggiamento della collega Monica Sgherri di Rifondazione Comunista vorrei stigmatizzare il fatto che come spesso accade Lei usa strumentalmente problemi di sicuro interesse e importanza politica a fini propagandistici e di convenienza.
Nel caso specifico evidentemente l’obbiettivo era quello di rinviare provvedimenti che democraticamente già da settimane avevamo deciso di discutere e che stranamente compattano gli interessi elettorali di tutte le minoranze (ma questi tassisti umanamente quanta gente potranno votare!). Mi chiedo altresì com’è possibile, se non con un atteggiamento furbesco, altamente scorretto e poco serio, mettere in relazione una votazione di una mozione con la possibilità di salvare vittime civili ed innocenti: questa è demagogia allo stato puro.
Comunque, ricordo alla collega Sgherri che il Consiglio non aveva votato nessuna proposta in merito al rinvio della discussione della mozione Taxi. Chiudo, caro Presidente ribadendo la mia stima nei suoi confronti, ma mi auguro che questo episodio sia utile quale insegnamento onde evitare che in futuro non si verifichino ulteriori incidenti di percorso. Mi auguro, altresì, che la discussione della mozione sui taxi, che ormai si trascina incomprensibilmente da diverse settimane, sia prioritariamente messa al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta, questo per rispetto del Consiglio stesso e soprattutto della città di Firenze.
Il Consigliere Giovanni Fittante»