Ci sarà anche una speciale delegazione delle Nazioni Unite tra i protagonisti della prima edizione di itPMI, il primo Salone dell’Information Technology per la piccola e media impresa in programma a Carrara dal 23 al 25 novembre. E’ una delle molte iniziative di prestigio della manifestazione presentata oggi a Firenze dal presidente e dal direttore generale di Carrarafiere, Luigi Danesi e Paris Mazzanti.
Specializzata in soluzioni su misura per le imprese minori e i professionisti, itPMI è organizzata da Carrarafiere e dalla società Opus 3000 in collaborazione con le associazioni di categoria (Assindustria, Cna, Confartigianato, Api Toscana, Confesercenti e Confcommercio), il Dipartimento di informatica dell’Università di Pisa e la Cassa di Risparmio di Carrara.
Tra gli enti promotori, la Regione Toscana, i Comuni di Carrara e Massa, la Provincia e la Camera di Commercio di Massa Carrara. Nel comitato scientifico figurano Enea (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) e FTI (Forum per la tecnologia dell’informazione). Come media partner il quotidiano economico Italia Oggi con il suo settimanale Italia@Oggi.it.
Riservata ai soli operatori, la manifestazione ospita oltre 60 espositori strutturati in cinque aree tematiche: hardware, software, telecomunicazioni/telematica, Internet, servizi alle imprese.
Un ricco calendario di seminari e convegni coinvolgerà economisti, esperti di organizzazione aziendale, studiosi della comunicazione, imprenditori di successo che daranno risposte pratiche ai problemi più attuali, presentando inoltre un campionario delle case history più emblematiche.
Tra i convegni da segnalare, quelli organizzati da Italia Oggi (che fare dopo l’attentato alle Twin Towers), da Enea e FTI (progetti per i settori tradizionali: tessile, abbigliamento, ceramica, oreficeria), dalle categorie economiche (artigianato, logistica, Internet) e da Bic Toscana in collaborazione con l’Unido (United Nations Industrial Development Organization), la speciale struttura Onu incaricata di sostenere lo sviluppo industriale.
ItPMI, ha ricordato Geris Musetti, amministratore delegato di Bic Toscana, ospiterà appunto una prestigiosa delegazione Unido composta da dirigenti ministeriali e presidenti di Camere di commercio, Parchi tecnologici e Agenzie di sviluppo di India, Sri Lanka e Tunisia.
Nella circostanza, sarà presentato anche il Progetto IBIS per lo sviluppo in quei Paesi di business incubators e di strutture di supporto all’investimento di PMI italiane. Attenzione particolare sarà dedicata alle opportunità di cooperazione e partnership internazionali.
Nel corso della conferenza stampa è stata presentata anche una ricerca dello Studio Nets di Bologna sull’occupazione in Toscana nel settore della Information & Communication Technology. Assai bassa la presenza femminile (la metà dei maschi) malgrado il maggior livello di istruzione.
Un messaggio di augurio è stato inviato da Ambrogio Brenna, assessore regionale alle attività produttive, che venerdì inaugurerà la manifestazione: “itPMI”, ha scritto, “è in sintonia con quanto la giunta sta facendo per promuovere lo sviluppo dell’economia toscana e, in particolare, delle piccole e medie imprese che ne costituiscono l’ossatura”.
La net economy? Roba da uomini.
Lo testimonia una ricerca condotta in questi giorni su un campione di 500 aziende toscane del settore della Information e Communication Technology. Su 6000 dipendenti solo un terzo sono donne. E benché dotate di un livello d’istruzione mediamente alto, sono per lo più impiegate in compiti di amministrazione, segreteria o centralino. Quanto alle imprenditrici si contano sulle dita di una mano.
Presentata stamani a Firenze contestualmente alla prima edizione di itPMI, il primo Salone della Information Technology per le piccole e medie imprese in programma a Carrara dal 23 al 25 novembre, la ricerca è stata realizzata dallo Studio Nets di Bologna nel periodo tra ottobre e novembre con interviste telefoniche ai titolari o ai manager delle aziende, distribuite in modo omogeneo sul territorio regionale.
“Proiettate alla conquista di spazi in tutti i settori, le donne restano paradossalmente al palo proprio in quello tecnologicamente più avanzato”, ha spiegato il direttore di Nets, Giorgio Savorani, “Sul perché possiamo solo costruire una serie di ipotesi.
La più ovvia è che le donne sembrano meno attratte dalla tecnica. Ma probabilmente ci sono anche molte altre ragioni: come le difficoltà di accesso al credito o, semplicemente, di farsi largo in un settore all’originae molto maschile. Resta il fatto che oggi la presenza delle donne nella net economy è limitata sia in termini di quantità, sia come qualità dei ruoli”.
Tra le conferme della ricerca, l’età mediamente giovane degli addetti del settore. E’ un dato valido per i due sessi.
Tra gli uomini solo il 5,6% supera i 38 anni, tra le donne solo il 4,7%. Il grosso si colloca nella fascia compresa tra i 28 e i 32 anni: il 39,3% dei maschi, contro il 52,2% delle femmine. Per la maggior parte sono assunti entrambi a tempo indeterminato (56,3% e 42,6%), un terzo circa a scadenza o con contratto interinale, il resto come consulenti o a collaborazione(22,4% donne, 11,8% uomini). Tendenzialmente, dunque, le donne sono meno protette dei maschi.
Uno scostamento sensibile si riscontra anche in tema di istruzione.
In questo caso sono le femmine che battono decisamente i maschi: 54,7 su cento sono laureate, contro il 40,6%. Ma quando si passa ai ruoli operativi il livello di preparazione scolastica non trova alcun riscontro. Su cento maschi, 30,3 sono imprenditori o svolgono funzioni direttive, 29,3 operano nei settori marketing e commerciale, 28,6 nell’area tecnica e nella produzione (web master, programmazione, amministrazione di rete, assistenza) e solo 9,2 nei call center e 2,6 in amministrazione o un segreteria.
Nelle donne questi rapporti si rovesciano.
Ogni cento addette, infatti, solo 4,1 sono imprenditrici o manager. Le altre lavorano per lo più nei call center (36,7%) oppure in amministrazione o in segreteria (46,9%).