Oggi alle ore 16.00 sarà presentato “MURA”, un’azione scenica che è il risultato di un laboratorio sulla multimedialità teatrale, che gli operatori Vania Pucci e Maria Teresa Delogu hanno realizzato presso la Casa Circondariale Femminile di Empoli. Il percorso “MURA” è inserito e promosso dalla Regione Toscana nel quadro del Progetto Teatro e Carcere.
Il laboratorio teatrale ha avuto inizio nel mese di giugno 2001 ed ha coinvolto una parte delle ragazze detenute: il tema proposto per il laboratorio era quello del MURO.
Una provocazione forte per qualcuno che vive la condizione di isolamento, un invito a riflettere sul significato allargato di un tema così rilevante. A partire da una serie di improvvisazioni legate al tema e ad alcuni suoi sviluppi, è nato quello che è di fatto un testo originale capace di attraversare i molti significati che la parola MURO evoca. Una prima tappa del lavoro svolto è stata presentata al Festival “MULTISCENA – ed 2001” promosso dal Comune di Vinci, gli ultimi giorni di luglio, dove le immagini trasmesse con il videoproiettore sostituivano le attrici che non potevano essere presenti in carne ed ossa.
Questa seconda tappa della rappresentazione vedrà invece le ragazze in scena che, in una performance per attore, video e lavagna luminosa, daranno voci e forma ad una stralunata, surreale, intensa, storia sui muri che circondano la nostra vita, a volte chiudendoci al di qua, a volte al di là dal MURO.
L’azione scenica “MURA” racconta un punto di vista; quello di chi osserva le cose confinato da una barriera, una diga che separa dal resto delle cose, e che si interroga e riflette sul più immediato elemento della separazione : il muro.
Al centro dell’azione un gruppo di donne, muratori e manovali improvvisate e occasionali, che costruiscono per necessità, ma senza conoscere l’entità di ciò che stanno realizzando.
Un’azione che accomuna questi personaggi, che li fa incontrare, conoscere e riconoscere, mentre la parete che stanno costruendo diventa superficie di proiezione di ricordi, desideri, storie passate e future; dal muretto perduto nel ricordo dell’infanzia, al muro invisibile di una comunicazione impossibile o non riuscita, al muro dell’indifferenza, dell’incomprensione e dell’ignoranza, a quello del sospetto, a quello che ha diviso per cinquant’anni l’Europa, dividendo popoli e famiglie.
La costruzione prosegue inesorabile, fatta di mille gesti ripetuti, a volte di surreale leggerezza, comicità, e di racconti, che la coralità dell’azione arricchisce di senso e di significati. E pian piano il muro si concretizza, fino a rinchiudere i personaggi, ma assumendo un significato duplice: di armatura e protezione da ciò che li circonda, ma anche da barriera che delimita uno spazio chiuso. Uno spazio che sospende le protagoniste di “MURA” in un limbo senza porte né finestre da cui potersi affacciare quotidianamente per essere visibili, parte concreta di quel panorama infinito chiamato mondo.
Da dove, con un altro punto di vista, gli spettatori guardano il muro.
La compagnia Giallo Mare Minimal Teatro opera da alcuni anni presso la struttura carceraria empolese, costruendo azioni sceniche, installazioni multimediali, che puntano alla creazione di testi originali che nascono da percorsi di autodrammaturgia e scrittura collettiva operata con le detenute. Spunti narrativi che, tramite un percorso di improvvisazioni e scrittura scenica, si trasformano in una partitura in cui parola e gestualità s’intrecciano ad un particolare lavoro sull’immagine, utilizzando in modo creativo vari strumenti di riproduzione, meccanica o digitale, dell’immagine e del suono.
A questa prima presentazione, riservata agli invitati, seguirà il 18 dicembre p.v.
una presentazione pubblica, inserita nella rassegna “Confini”, promossa dal Comune di Empoli presso la Sala Du&mila.