Secondo una recente ricerca Fita-Confindustria sugli occupati nel terziario avanzato, con 5 province sopra la media nazionale (5,3%) e quattro appena sotto la Toscana è la regione in assoluto più omogenea. Nel rating per province, Firenze è al terzo posto dopo Milano e Roma. Poi vengono Prato (8°), Lucca e Massa-Carrara (12° e 13°), Pisa (15°). Appena più in basso Pistoia (18°), Arezzo (21), Livorno (24°). Più staccate Siena (41°) e Grosseto (44°).
Diffusi a ridosso di it.PMI, il Salone della Information Technology (Carrara, 23-25 novembre), questi dati confermano la solidità della base territoriale su cui la mostra si innesta e consentono alle stesse associazioni di categoria di vedere un futuro meno grigio oltre le nebbie dell’attuale congiuntura.
Enrico Bocci, presidente del Comitato Piccola Impresa dell’Assindustria Firenze e portavoce del Comitato New Economy, ha per esempio dato il suo appoggio pieno a it.PMI nella convinzione che possa offrire alle aziende medio piccole contributi concreti in termini di stimoli all’innovazione tecnologica.
“Un’azienda”, dice Bocci, “deve saper sfruttare questi momenti difficili per rivedere la propria organizzazione. Come? Informatizzando, acquistando pacchetti software e applicativi per il controllo di gestione.
Si tratta cioè di capire se davvero i conti tornano e dove eventualmente mettere una pezza. Mi spiego: se grazie a una diversa organizzazione riesco a recuperare il 5% su 5 miliardi, che è un fatturato normale per una piccola azienda, recupero 250 milioni. Una cifra che può far diventare positivo un bilancio altrimenti in rosso”.
Se questa è una buona ragione per investire nelle nuove tecnologie, altre suggeriscono di continuare ad aver fiducia in Internet a dispetto della crisi in cui sembra sprofondata la new economy.
“La new economy è tutt’altro che morta”, sostiene Bocci, “Intanto il bioterrorismo ha reso insicura la posta convenzionale e rilanciato quella elettronica.
E questo lascia prevedere sviluppi importanti per le aziende che operano nel settore della sicurezza informatica. Non è un caso che, in materia, le università di Pisa e Firenze stiano ciascuna organizzando un master. Ma anche in termini di commercio elettronico puro la Toscana ha ottime carte da giocare potendo contare sia sulla propria fama internazionale, sia sulla presenza di molti marchi affermati in tutto il mondo. Invece di piangerci addosso, possiamo far leva su questi capisaldi e provare a uscire dalla crisi”. Una buona iniezione di tecnologie è quanto occorre anche alla galassia di imprese minori che rischiano, altrimenti, di restare definitivamente indietro.
“Le piccole imprese, gli artigiani fanno in effetti fatica ad agganciarsi al treno dell’innovazione. Non hanno tempo da dedicarvi”, sostiene Bocci, “Oggi però è più facile. Gli strumenti ci sono, le iniziative come it.PMI li mettono in mostra e le associazioni fanno opportunamente da stimolo. A Prato, per esempio, hanno varato un magazzino virtuale al quale rivolgersi per ottenere macchine, materiali, risorse umane. E’ un modo per mettere in contatto gli operatori e per aiutarli a darsi reciprocamente un mano.
Ma per far parte di questo mondo un supporto tecnologico, anche minimo, è essenziale”.