FIRENZE- «Occorre affrontare la questione del centro immigrati con pacatezza, serenità ma anche buon senso, per evitare che finisca nella ‘morta gora’: quella che a Prato è un canale senza sfondo». E’ la prima riflessione che Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, affida al suo intervento durante la Conferenza regionale sulla sicurezza che si è svolta stamani in Prefettura a Firenze. Il presidente della giunta regionale sottolinea di essere venuto con l’intenzione soprattutto di ascoltare, per raccogliere elementi da tradurre poi in iniziative concrete.
Invita ad una lavoro sereno, mai gridato. E riafferma uno spirito di collaborazione. Poi risponde subito all’inciso aperto dal prefetto Serra. «Sul centro immigrati - spiega Martini - confermo quanto ho ripetuto altre volte, sottolineando che nessuna contrapposizione c’è mai stata in passato con i prefetti. Se il governo, sulla base di una valutazione di politica generale o su indicazione dei prefetti, deciderà che il centro di permanenza per gli immigrati è necessario, nonostante che la situazione evolva in senso positivo (ed è bene dirlo), noi non ci opporremo: purchè si proceda nel rispetto delle norme e col buon senso.
Ma un intervento del ministro degli interni che ribadisca la volontà di procedere del governo, come fece in passato Bianco, sarebbe auspicabile e necessario, soprattutto argomentando la scelta». «Ciò aiuterebbe anche a superare diffidenze ed ostacoli, che – sottolinea Martini – non sono stati solo politici. Quando questi infatti sono stati superati, qualche Comune si è dovuto scontrare con problematiche sociali e con la protesta della popolazione». E’ il caso di Signa. Il presidente della Toscana reclama una chiara assunzione di responsabilità.
Ricorda le iniziative messe in campo dalla Regione, il progetto speciale «Una Toscana più sicura», i 15 miliardi che da qui al 2004 serviranno a finanziare iniziative ed intese raggiunte tra enti locali e prefetture, ribadendo poi che la Regione Toscana non rivendica comunque alcuna competenza in materia di ordine pubblico. L’ultima riflessione riguarda il rapporto con il governo. «Ho scritto qualche tempo fa al presidente del consiglio Berlusconi, - dice Martini – proponendo la stipula di un nuovo accordo sulla sicurezza, insistendo particolarmente sull’aspetto della prevenzione: una cornice di relazioni interistituzionali in cui inserire le varie iniziative che potremmo mettere in campo.
Su questo attendo ancora una risposta. Vista la congiuntura internazionale, è giusto avere un po’ di pazienza. E di pazienza ne abbiamo. Ma una risposta ci deve pur essere».