L’ottava edizione di Pinoccho live jazz s’inaugura sabato 3 Novembre 2001: è il nostro quarto anno di direzione artistica. Con soddisfazione possiamo affermare che il Pinocchio negli ultimi anni, non solo si è consolidato come uno spazio importante per il jazz a Firenze e in Toscana, ma ha saputo ritagliarsi un proprio ruolo a livello nazionale, diventando un punto di riferimento per i musicisti italiani. Visto i risultati ottenuti proseguiamo anche per questa edizione 2001-2002 nell’intento di rendere accessibile il jazz - che sta finalmente perdendo agli occhi del pubblico quella nomea di musica colta, quindi difficile e poco fruibile - ad una fascia di pubblico sempre più ampia, cercando di sensibilizzare soprattutto un target giovane.
Il Pinocchio è un luogo adatto a questo scopo: unisce il fascino, l’atmosfera accogliente e vivace del Jazz Club ad una qualità dei concerti degna delle più grandi rassegne. E’ uno spazio che favorisce il contatto diretto tra artista e pubblico, abbattendo quelle barriere e distanze che spesso si incontrano nei teatri. E nel caso del Pinocchio, come in quello dei veri jazz club, la vicinanza è sia fisica (il palco è circondato dai tavolini) che “spirituale” (molto spesso artista e pubblico interagiscono vivacemente).
A questo si aggiunge la nostra politica dei prezzi che stabilisce il costo del biglietto in cifre assolutamente popolari: dalle 13.000 alle 16.000 lire a seconda degli eventi.
Le date della rassegna 2001/2, che come ogni anno debutta il primo sabato di novembre per proseguire fino ad aprile, saranno in tutto ventuno, suddivise in tre parti ognuna di sette eventi. Il giorno dei concerti, come d’abitudine, è il sabato a partire dalle ore 22.
La formula del calendario si conferma quella di alternare i nomi più noti e apprezzati del jazz italiano, ormai consacrati in tutto il mondo, a giovani talenti in ascesa, che meritano la possibilità di farsi conoscere.
Confermiamo per il secondo anno la già sperimentata adesione al progetto “La Via del Jazz”, il circuito creato l’anno scorso con altri due fra i migliori club nazionali (Il Fano jazz club e il Kabala di Pescara) che una volta al mese propone alcune fra le formazioni più rappresentative del jazz italiano e internazionale.
A febbraio, in occasione dell’anniversario del ventennale della scomparsa di Thelonious Monk, abbiamo intessuto una collaborazione con il Teatro Metastasio di Prato, del quale stimiamo da anni il lavoro sul jazz, per la realizzazione del progetto “Thelonius my Dear”.
Gli eventi spazieranno dai concerti ad un convegno, da un seminario fino alla proiezione del documentario Straight no Chaser. In questa occasione sabato 16 febbraio si terrà al Pinocchio un doppio concerto: Claudio Cojaniz nel suo solo-piano performance e il quartetto di Stefano Bartolini con ospite Lauro Rossi trombonista dell’Instabile Jazz Orchestra.
Ma veniamo al programma: il calendario dei primi sette concerti è stato costruito con la volontà di rispondere ad una voglia di musica sempre più eterogenea e di conseguenza il ventaglio di proposte spazia dal cantautorato alla musica d’insieme, fino al sound tipico degli anni ’60.
Da straordinari progetti che ripercorreranno la musica di artisti come Django e Urbani, alla totale e libera improvvisazione di una performance inedita come quella che ci regaleranno due personaggi come Roberto Gatto e Danilo Rea.
Sabato 3 novembre - Sergio Cammariere quartet featuring Fabrizio Bosso.
Sergio Cammariere si sta affermando sempre più come uno dei migliori cantautori italiani, sulla scia di quella corrente legata a filo doppio col jazz che ha il suo più celebre esponente in Paolo Conte.
Nato a Crotone, ma romano d’adozione, autentica rivelazione nel 1997, il prossimo 26 Ottobre Cammariere sarà di nuovo protagonista al Premio Tenco solo pochi giorni prima di ritornare al Pinocchio dopo l’esibizione in trio dello scorso Aprile. La presentazione del suo nuovo album, Dalla Pace del Mare Lontano, nel quale conferma tutte le sue doti di pianista raffinato e interprete trascinante, inaugura dunque la nuova stagione 2001-2002. Le sue canzoni sono il risultato di una lunga e consolidata collaborazione con Roberto Kunstler, autore dei testi.
Composizioni perfezionate nel tempo e ancor più impreziosite dalle illustri partecipazioni alla registrazione di personaggi come Alex Britti o come il trombettista Fabrizio Bosso (vincitore del Top Jazz ’99), leader incontrastato del suo strumento, protagonista per questo concerto insieme alla fantastica ritmica di Bulgarelli e Ariano.
Sabato 10 novembre - Roberto Gatto e Danilo Rea
Improvvisi ha una storia alle spalle che parte da lontano. Roberto Gatto e Danilo Rea sono due musicisti sopra le righe.
In questi ultimi anni, ognuno ha portato avanti le proprie idee, ha sviluppato un proprio linguaggio e ha seguito una propria indipendenza musicale. Roberto Gatto ha recentemente consacrato la sua maturità di artista firmando un disco capolavoro, Rugantino, riarrangiando in chiave jazz la musica di Trovaioli.; Danilo Rea, dopo il magnifico album in completa solitudine (Lost in Europe) e le ennesime illustri collaborazioni con Big come Baglioni e Mina (della quale Danilo è il fedele pianista), ritrova il suo amato gruppo Doctor Three, col quale ha appena inciso il terzo capitolo, dedicato ai Beatles e all’infanzia.
Due strade che si separano, ma che non si perdono mai di vista. Improvvisi nasce da un CD e da una collaborazione ventennale tra i due, uno spettacolo che è il contenitore di molte musiche. Un interplay che incontra in questa totale forma d’improvvisazione, una fusione e una riuscita che permette a Gatto e Rea, pur non sapendo in questo caso cosa andranno a suonare, di cascare sempre in piedi.
Sabato 17 novembre l’orchestra di dodici elementi de “ Les Italiens”, diretta da Alessandro Di Puccio.
L’Orchestra Les Italiens è cresciuta intorno ad un gruppo di musicisti caratterizzati da un forte interesse per la ricerca di linguaggi musicali nell'’ambito della World Music. Nata nel 1998 come “progetto di area” prodotto da C.A.M e Scandicci Cultura, dei quali il band leader, Alessandro Di Puccio, è il direttore didattico dal 1986; l’Orchestra, pur esprimendo un sound che mescola sapori jazz, pop ed etnici, dimostra di prediligere proprio questi ultimi, inserendo forti tinte arabeggianti e zingaresche in quello che è un contesto “provincial-metropolitano”.
Uno stile che strizza l’occhio alla musica di artisti come Carosone, Gorni Kramer e il Nino Rota felliniano. Un’unica e robusta sonorità che fonde strutture armoniche e melodie tipiche del linguaggio jazzistico ad elementi musicali di matrice popolare, avvicinandosi al filone dei ballabili come il Tango, il Twist, il Rock&Roll.
Sabato 24 novembre - Stefano Bollani e Bobo Rondelli.
Senza dubbio due tra le personalità artistiche più interessanti e atipiche dell’ultima generazione toscana.
Un incontro “strano” quello tra i due: entrambi dotati di un inedito senso dell’umorismo- più acido e amaro Rondelli, più solare e surreale Bollani- rovesciano addosso al pubblico tutta la loro voglia di raccontarsi, di fare musica, di lasciarsi portare via da ricordi di un “Altroquando”. Due vite in musica e per la musica: Rondelli, livornese doc, cantante e leader degli Ottavo Padiglione, da poco anche solista, gira l’Italia col suo nuovo progetto Figlio della Luna; Bollani, che recentemente ha presentato a Firenze Il Cielo da Qua Giù, secondo capitolo discografico della sua straordinaria Orchestra del Titanic, ha “viaggiato” a lungo tutta l’estate, aggiungendo alle sue già prestigiose collaborazioni due nomi come Pat Metheny e Gato Barbieri, col quale è stato a lungo in tournée.
Sabato 1 dicembre - Daniele Scannapieco 5 et featuring Fabrizio Bosso.
Cinque giovani “leoni” del jazz italiano nel loro terreno naturale: le sonorità dei classici Blu Note anni ’60.
Il 2001 è stato l’anno della consacrazione di Daniele Scannapieco, nuovo talento del sax tenore, che lo scorso Gennaio si è esibito alla Town Hall di New York, rappresentando il meglio del jazz made in Italy negli USA e che quest’estate ha accompagnato per tutti i più importanti festival europei la cantante Dee Dee Bridgewater. Fabrizio Bosso (lieti di riaverlo nostro ospite così presto), solista di primo livello assoluto, già dal ’99, quando trionfò nel Top Jazz dei giovani, sfoggia una carica espressiva fuori dalla norma e uno swing incontenibile, queste le armi a sua disposizione.
Il repertorio di brani per lo più originali esprime la grande sensibilità, il calore e l’energia del leader del gruppo. Lo accompagnano musicisti di grande spessore come Julian Oliver., Lorenzo Tucci e Pietro Ciancaglini che garantiscono una spinta potente e puntuale.
Sabato 8 Dicembre Simone Guiducci e Gianni Coscia
E’ difficile non rimanere incantati da un personaggio ribelle come Django, che pur menomato alla mano sinistra ed incapace di piegarsi alle regole della “vita da star”, è stato effettivamente l’unico bianco ed europeo ad essere stimato ed invitato negli States all’epoca dei titani della musica afroamericana.
E’ dal 1995 che il chitarrista mantovano Simone Guiducci, all’epoca a fianco di Paolo Fresu, passa in rassegna la musica di Reinhardt e dopo frequenti ma brevi omaggi presenti in dischi come Gramelot e Sciarivarì, approda a questo album, non tanto con l’inutile pretesa di avvicinarsi alla prodigiosa tecnica di Django, tentazione in cui sono già caduti fior di artisti con risultati disastrosi, ma piuttosto con l’idea di esaltarne la musica e il geniale talento compositivo che lo rende ancora oggi all’avanguardia.
Guiducci supera se stesso coadiuvato dal basso di Majore, dal più che mai in forma trombettista americano Kyle Gregory e dal maestro della fisarmonica, Gianni Coscia, col quale suona ormai da diversi anni, e che è già stato nostro ospite nella passata edizione insieme a Gianluigi Trovesi.
Sabato 15 dicembre Nico Gori 4et chiuderà la prima delle tre parti di stagione.
Nico Gori, classe ’75, polistrumentista di talento dichiarato e in continua ascesa, ha lassù nel cielo una stella con un cuore grande che lo guarda.
E’quella dell’icona del jazz internazionale Massimo Urbani, per chi lo ha incontrato e ha avuto la fortuna di ascoltarlo, mai troppo compianto. E siamo sicuri che dal 2000, anno in cui Nico Gori ha trionfato al premio Urbani (il riconoscimento più importante per un sassofonista) una piccola fetta di ciò che è stato si sia trasformata in qualcosa che è e che sarà. L’Urbani’s Prize è un quartetto nato intorno ad un gruppo di musicisti che condividono in qualche modo la sincerità, la passione e il colore di quella musica sparata dritto all’anima, che passa da composizioni originali e pezzi di Monk, fino a storici brani di Ellington e Wayne Shorter.
Quattro artisti di altissimo livello che si sono cimentati negli anni in vari generi musicali, spaziando dall’ambito classico, all’etnica fino al rock e alla musica leggera, come Gori, che ha ultimamente lavorato a fianco di Anna Oxa e dei Dirotta su Cuba.
La seconda parte di stagione partirà il 12 gennaio 2002 con “i Diavoli del ritmo”, quartetto ideato da Mirko Guerrini con la partecipazione di Stefano Bollani, Lello Pareti e Walter Paoli.
Un quartetto che si caratterizza per uno swing travolgente, come le storiche formazioni americane degli anni Quaranta e Cinquanta.
Il 19 Febbraio il quartetto di Riccardo Lay, contrabassista che iniziò venti anni fa la sua carriera jazzistica insieme ad Antonello Salis, inaugurerà per il 2002 il circuito “La Via del Jazz”.
Il gruppo - composto anche da Gavino Murgia, Nico Casu (che condividono con lui le origini sarde) e dal battersista Fabrizio Sferra (insieme a Rea e Pietropaoli, ideatore del progetto Doctor Three) presenterà il nuovo nuovo Cd, Frammenti, edito per la collana Il Manifesto.
Il programma non è ancora del tutto chiuso, ma tra le altre date già previste ricordiamo per il 2 febbraio 2002 il raffinato ed elegante duo di Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli, due artiste apprezzate nel mondo per la loro personale ricerca musicale; il 16 febbraio il già citato oma
ggio a Thelonius Monk, che fa parte della serie di eventi organizzati in quei giorni in collaborazione con il teatro Metastasio di Prato; e infine il 9 marzo, in apertura della terza parte un concerto a dir poco sensazionale l’Enrico Pierannunzi quintet con ospiti Rosario Giuliani e Fabrizio Bosso.