E' stato inventariato ciò che rimane dell'archivio di quella che fu la più importante miniera di pirite d'Europa, o meglio ciò che è stato salvato dal tempo e dall'incuria.
Nell'ambito del progetto per il percorso museale coordinato dall'arch. Massimo Preite, è stato infatti recuperato ed inventariato l'archivio minerario che costituisce la vera e propria voce della miniera. L'opera è stata portata a termine dai due ricercatori grossetani Giovanna Salvadori e Andrea Marroni con il coordinamento di Tiziano Arrigoni , che fa parte della commissione museale, e di Adolfo Turbanti dell'Istituto Storico della Resistenza di Grosseto.
La Prof.ssa Luciana Rocchi, dello stesso Istituto, ha curato un interessante itinerario didattico che dovrebbe essere proposto alle scuole gavorranesi. L'intero archivio è al momento depositato presso i locali della Nuova Associazione Pro Loco Gavorranese e l'Amministrazione Comunale di Gavorrano si sta adoperando per renderlo fruibile al pubblico, a ricercatori o a semplici curiosi che vogliono saperne di più della storia della miniera.
Per quanto incompleto, a causa dell'abbandono in cui venne lasciato dopo la chiusura della miniera, l'archivio contiene una documentazione ricca che ripercorre la storia della miniera e dei suoi minatori per tutto il Novecento; non solo, contiene anche documenti interessanti sul paese di Gavorrano.
Vi sono libri contabili, prospetti tecnici, documenti sindacali, un'ampia rassegna stampa; molte foto sulla miniera o su avvenimenti che hanno colpito la comunità gavorranese; una ricchissima produzione cartografica che illustra le caratteristiche tecniche della miniera e del sistema delle teleferiche.
Sono stati inoltre inventariati gli strumenti oggi conservati nel piccolo nucleo museale del paese gestito dalla Pro Loco e che sono anch'essi un documento fondamentale.
Il contenuto non riguarda solo Gavorrano, ma le miniere delle Colline Metallifere e di altre zone d'Italia, nonché lo Stabilimento chimico di Scarlino.