FIRENZE- Negli anni Trenta la loro estensione era di 125 mila ettari, oggi si è ridotta a 31 mila ettari, e tuttavia per i castagneti produttivi della Toscana questi sono anni di significativa crescita. Sempre più apprezzati e ricercati, i prodotti del castagno toscano, dal marrone al legname, stanno ora preparandosi ad un nuovo salto di qualità, grazie anche al forte impegno della Regione, che sulla loro valorizzazione ha deciso di scommettere. E’ questo, in estrema sintesi, quanto ha voluto sottolineare l’assessore all’agricoltura e alle foreste, Tito Barbini, intervenendo questa mattina a Marradi al convegno nazionale “Castagno 2001” “La castanicoltura – ha spiegato Barbini – si sta proponendo sempre di più come una notevole risorsa economica delle nostre realtà montane e in questo processo intendiamo fare la nostra parte, contribuendo a valorizzare ulteriormente prodotti che peraltro sono sempre più ricercati da un mercato attento alla qualità.
Questo con la consapevolezza che il valore del marrone e della castagna non risiede solo nel prodotto in se stesso, ma anche nel loro legame con un territorio inteso come ambiente, storia, cultura locale”. Con i suoi 55-60 mila quintali di produzione annua, ha ricordato l’assessore, i marroni e le castagne toscane si caratterizzano per un’alta qualità che si esprime anche in due riconoscimenti di Indicazione geografica protetta (Castagna dell’Amiata e Marrone del Mugello), ma che potrà essere ulteriormente riconosciuta o valorizzata anche attraverso iniziative di riscoperta di piatti tipici della tradizione gastronomica.
Senza dimenticare l’importanza del legno di castagno, strettamente legato alla tradizione mobiliera toscana, e che la Regione anche recentemente ha promosso, per esempio con una specifica priorità nelle disposizioni sul reimpianto dei vigneti a favore dell’utilizzo di pali di castagno nel sostegno ai filari. Utilizzando le opportunità del regolamento comunitario 2080/92 la Regione ha sostenuto interventi per oltre 6 miliardi e 300 milioni di lire, con l’erogazione di contributi per la ristrutturazione di castagneti per circa 2.500 ettari.
Per i prossimi anni ulteriori finanziamenti saranno assicurati da una specifica misura del Piano di sviluppo rurale, oltre che dai progetti Leader, in modo da tutelare al meglio una risorsa di assoluto rilievo anche dal punto di vista ambientale e paesaggistico. (pc)