FIRENZE- "Per la pace che tutti noi vogliamo". Il presidente Claudio Martini sintetizza così i motivi che hanno indotto la giunta regionale ad aderire ufficialmente alla marcia per la pace da Perugia ad Assisi in programma domenica 14 ottobre. Una folta delegazione dell'esecutivo partirà in pullman alle 6.00 del mattino dalla sede di via Cavour alla volta di Perugia. La giunta regionale marcerà in corteo insieme alle migliaia di partecipanti. "No al terrorismo, si alla pace", sarà lo slogan che figurerà sullo stendardo che attraverserà le strade dell'Umbria insieme al gonfalone ufficiale. "Nella mia coscienza - aggiunge Martini - rimane aperto il dolore per una guerra appena iniziata.
Una guerra che non sappiamo se e quando finirà".
Il presidente si chiede se l'azione militare da poco iniziata sarà capace di fermare i terroristi e la loro organizzazione senza aggiungere nuove sofferenze ad una popolazione già martoriata dal regime dei talebani; se tutto ciò sarà risolutivo, oppure finirà per alimentare tensioni e conflitti in tutto il pianeta.
"Solo di una cosa - conclude il presidente - sono certo: l'impegno della Toscana per la pace e la raccolta degli aiuti umanitari crescerà.
E' questo il nostro contributo alla lotta contro il terrorismo. Aiuteremo la popolazione afgana oppressa dal regime dei talebani ad affrontare le sofferenze causate dal conflitto. Salvare la vita di un bambino, di un profugo senza cibo, è un impegno doveroso per ogni comunità civile. Mantenere aperto il dialogo dell'amicizia e allargare la strada della cooperazione con i popoli del mondo significa fare qualcosa di concreto per la pace. Quella pace che tutti noi vogliamo".
«Un’esperienza importante ed originale – commenta l’assessore Montemagni - che in dodici anni ha accresciuto la partecipazione dei cittadini alle piccole e grandi decisioni ed ha portato anche un notevole e qualificato sviluppo».
Si discuteva di Porto Alegre e della sua esperienza di bilancio partecipativo, oggi in un forum all’auditorium del Consiglio Regionale. Tra gli invitati – erano presenti Vittorio Agnoletto e Josè Valdir Rodrigues da Silva a rappresentare la municipalità di Porto Alegre - c’era anche l’assessore al bilancio e alle finanze della Toscana Marco Montemagni, che ha ricordato come il tema sia di grandissima attualità «in un momento in cui vi sono fenomeni crescenti di allontanamento dei cittadini dai momenti e dalle sedi decisionali, la globalizzazione avanza e gli istituti di rappresentanza mondiale vengono mortificati a vantaggio di momenti di incontro ed organizzazioni non formali».
Il bilancio partecipativo può essere una risposta: è un modello che tenta di coinvolgere direttamente la società civile nella definizione di priorità e risorse, con assemblee di quartiere e forum tematici. E dopo Porto Alegre già altre quattro grandi città nello stato brasiliano del Rio grande do Sul (e settanta in tutto il mondo) lo hanno fatto proprio. «La forza di questo modello – ha ricordato Montemagni - sta nel patto stretto tra amministrazione e cittadini. per convergere verso una democrazia sostanziale e non solo formale».
Poi l’assessore si sofferma sull’esperienza toscana ed aggiunge: «La prassi di costante e continua concertazione messa in atto dalla Regione per la definizione dei suoi fondamentali atti come il programma regionale di sviluppo, il documento di programmazione economica e finanziaria e lo stesso bilancio è un metodo che assicura trasparenza ed un raccordo continuo con le componenti sociali ed economiche non solo regionali ma, attraverso esse, anche provinciali e locali. L’importante è che gli interessi particolari vengano ricondotti ad un quadro di interesse collettivo unitario».