Le piante medicinali, i fitoterapici in particolare, o i “prodotti naturali” come definiti dalla gente comune, sono un bene prezioso, spesso utilizzabili con sicurezza sia a scopo curativo sia a scopo preventivo. Quando utilizzate correttamente le piante possono presentare anche minori effetti collaterali dei farmaci di sintesi, ed in altri casi possono contribuire a prevenirli. Possono venire inoltre utilizzate a scopo preventivo con possibile riduzione anche della spesa farmaceutica. Questa tuttavia non è una considerazione vera in assoluto.
Anche quando utilizzate con le modalità più opportune, ed a maggior ragione quando usate a sproposito, o senza il controllo adeguato, possono verificarsi una serie di reazioni non desiderate, in relazione a: a) qualità del prodotto utilizzato (residui di fitofarmaci, metalli pesanti, purezza degli estratti, variabilità dei principi attivi, ecc.) b) uso improprio c) effetti collaterali legati alla attività farmacologica stessa dei principi attivi d) patologia preesistente che può costituire una controindicazione e) reazioni allergiche o idiosincrasiche non prevedibili f) interazioni farmacologiche con farmaci o alimenti stessi g) rischi durante la gravidanza o allattamento Questo è vero indipendentemente dal motivo per il quale la pianta o l’estratto è stato utilizzato (uso alimentare, preventivo, curativo, ecc.) e indipendentemente da chi lo consiglia o lo prescrive.
La letteratura ormai riporta numerosi esempi, talora eclatanti, come ad esempio le interazioni tra farmaci di sintesi e succo di pompelmo o estrattti di iperico, peraltro reperibili anche sotto forma di alimenti, oppure la tossicità del Camedrio, oppure i rischi legati all’uso improprio della liquirizia, ecc. I rischi sono poi amplificati dal fenomeno dell’automedicazione incontrollata. Se tutto questo è vero, è pur vero che non esiste un sistema di segnalazione e raccolta di eventuali dati relativi a reazioni avverse dovute alle piante medicinali, ad estratti fitoterapici, prodotti erboristici, integratori su base vegetale, cioè a tutti quei prodotti naturali che non rientrano nella categoria dei farmaci registrati. Ecco quindi che annesso al Servizio di Fitoterapia dell’Ospedale di Empoli, abbiamo abbiamo istituito il Centro di Controllo delle Reazioni Avverse ai Fitoterapici (Progetto CRAFIT).
Gli scopi sono: migliorare la sicurezza nell’uso erbe, le conoscenze scientifiche la professionalità dei vari operatori medici, farmacisti ed erboristi. E’ stato appositamente predisposto un modello di scheda di segnalazione (Modello CRAFIT) che potrà essere inviato al Centro mediante FAX o Online, disponibile nel Sito web della Azienda USL 11 di Empoli www.usl11.toscana.it Nel Comitato tecnico scientifico del Centro sono presenti anche la Dr.ssa Maria Giannotti (Dir. UO Igiene degli Alimenti), il Dr.
Tiberio Corona (Dir. UO Farmacia territoriale) ed il Prof. Gioacchino Calapai (Associato di Farmacologia, Università di Messina). Le segnalazioni ricevute, ovviamente tutelate in merito alla riservatezza, saranno raccolte, interpretate e valutate, anche in base alla letteratura disponibile. Saranno successivamente previste iniziative a scopo informativo nei confronti dei professionisti e della comunità scientifica.