FIRENZE- Dalle botteghe biologiche alla gastronomia etnica, dai bed&breakfast agli agriturismi, dal commercio elettronico agli asili nido: le donne toscane non solo sono sempre più propense a mettersi in proprio ma, sempre più spesso, le loro scelte imprenditoriali si orientano verso iniziative di turismo e commercio sostenibili, facendo emergere, con la creatività loro peculiare, quella che si configura come una nuova economia, basata sul recupero di antiche produzioni e tradizioni culturali accompagnato alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia.
A sottolineare l’importante ruolo delle donne in questi due settori è l’assessore al commercio e turismo Susanna Cenni, intervenuta ieri in apertura del forum “Imprese di donne fra tradizione e innovazione” (il terzo in preparazione della Conferenza regionale del commercio e del turismo) che si svolge oggi nel Castello Malaspina di Podenzana, vicino ad Aulla. Una scelta non casuale, che parte proprio dalla constatazione del fatto che, in Toscana, qualità e innovazione sono una delle caratteristiche peculiari delle imprese create o gestite da donne.
L’assessore ha ricordato i dati più significativi di questo nuovo impegno al femminile. Nel 1999 il 27 per cento circa delle imprese toscane è risultato a titolarità femminile. Nei settori del commercio e del turismo si concentra la quota più elevata: il 44 per cento dei titolari di alberghi e ristoranti toscani è donna, mentre per le attività commerciali la percentuale di titolarità femminile è del 30 per cento (dati Camera di commercio Firenze). Anche analizzando le domande delle aspiranti imprenditrici che hanno fatto richiesta delle agevolazioni previste dal IV bando della legge 215 sull’imprenditoria femminile questa tendenza si conferma nettamente: delle 1489 richieste di finanziamento presentate, nel settore turismo e commercio sono pervenute 783 domande (pari al 52 per cento del totale). “Ciò conferma - spiega l’assessore Cenni - che le donne hanno ‘professionalizzato’ le loro caratteristiche di accoglienza e comunicazione, diventando una sorta di specchio del cambiamento di vita e delle nuove esigenze dei cittadini e dei consumatori.
Quello che emerge chiaramerte infatti, è la volontà di costruire un sistema di produzione e distribuzione sostenibile, che si concretizza nella nascita di piccole botteghe di prodoti naturali o biologici e nella ricerca di un nuovo tipo di turismo, basato sulle tipicità e sui percorsi naturalistici”.
E’ anche per rafforzare questo ruolo che la Regione ha moltiplicato le attenzioni verso il lavoro femminile e l’imprenditoria, anche cogliendo l’occcasione dell’uscita del IV bando della legge 215, la normativa nazionale per l’imprenditoria femminile, la cui gestione è stata affidata, per la prima volta, alle Regioni.
La campagna informativa capillare che la Regione Toscana ha organizzato con la macchina itinerante “Investire in rosa” ha prodotto ottimi risultati. “Ma sembra evidente - commenta l’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna - che le risorse disponibili, circa 12 miliardi per la Toscana e 300 per il territorio nazionale, non basteranno a soddisfare le richieste pervenute. Inoltre, con l’ultimo documento di programmazione economica recentemente approvato dal governo Berlusconi, gli stanziamenti per l’imprenditoria femminile sono stati ridotti a soli 170 miliardi a livello nazionale.
E’ per questo che la Toscana, di concerto con le altre regioni, ha proposto al governo di poter utilizzare subito questa somma per finanziare le imprese che hanno presentato domanda per questo bando e che sono rimaste escluse”. Intanto a livello regionale parte in modo operativo la convenzione con le banche per l’accesso al credito, che prevede un plafond di 50 miliardi per l’accesso al credito agevolato delle imprese al femminile, arricchito anche da un protocollo con le associazioni di categoria i consorzi Fidi e Unioncamere per l’assistenza tecnica su tutto il territorio regionale a coloro che intendono richiedere un finanziamento.
“Accesso al credito, informazione e assistenza tecnica - osserva Brenna - sono tappe importanti nell’eliminazione degli ostacoli che si frappongono all’iniziativa imprenditoriale delle donne”.
L’ultimo dato sulla titolarità femminile delle imprese indicano una media italiana del 20 per cento. In Toscana questo dato è del 27 per cento, un punto al di sopra della media nazionale (20 %) ma ancora lontano dai dati di altre regioni a tradizione imprenditoriale più consolidata.
Nella Provincia di Firenze il 23 per cento del totale delle piccole medie imprese è diretto da una donna.
Se guardiamo con più attenzione ai settori del commercio e del turismo, la percentuale di partecipazione delle donne cresce notevolmente: in Toscana il 44 per cento dei titolari di alberghi e ristoranti è donna, mentre per le attività commerciali la percentuale è del 30 per cento. (dati Camera di Commercio Firenze)
La legge 215 per l’imprenditoria femminile La crescita della vocazione imprenditoriale o comunque la propensione verso forme di lavoro autonomo è testimoniata dai risultati del IV bando della legge 215, la norma nazionale per l’imprenditoria femminile decollata per la prima volta anche grazie alla regionalizzazione della sua gestione.
Le domande presentate in Toscana sono state in tutto 1489, contro le 307 del precedente bando.
Nel macrosettore commercio e turismo, le domande sono 783 (oltre la metà del totale), equamente distribuite fra commercio, servizi e turismo, a conferma che le donne hanno in qualche modo “professionalizzato” le loro caratteristiche di accoglienza e comunicazione. In particolare, 116 di queste domande riguardano iniziative di turismo sostenibile (bed&breakfast, case vacanza, agriturismo, parchi naturali).
Nell’ambito del commercio, si registrano 63 progetti di commercio elettronico. Nella maggior parte dei casi le imprese commerciali sono al dettaglio, 230 domande contro le 29 di commercio all’ingrosso. Distribuzione per provincia La parte del leone la fa Firenze, con il 19 per cento di domande sul totale, seguita da Lucca (l5 per cento), Grosseto (14 per cento), Pisa (12 per cento), Arezzo (9 per cento), Siena (7 per cento), Pistoia (7 per cento), Livorno (7 per cento) Prato (5 per cento), Massa (4 per cento).
Domande per settore Nel settore manifatturiero si concentra il 24 per cento delle domande, nei servizi il 30 per cento, nel turismo il 18 per cento, nel commercio il 17 per cento, in agricoltura l’8 per cento.
Fasce di età La maggior parte delle domande presentate riguarda donne fra i 31 e i 40 anni (1105 domande); nella fascia di età fra i 41 e i 50 le domande sono state invece 676, poco meno di quelle presentate dalle aspiranti imprenditrici fra i 21 e i 30 (678). Nella fascia di età fra i 51 e i 60 anni le domande sono 378, fra i 61 e i 70 145 mentre 56 sono state presentate da donne oltre i 70 e 39 da ragazze con meno di 20 anni.