FIRENZE- Gli allevatori toscani di bovini e ovicaprini potranno ricevere un indennizzo regionale per le maggiori spese che, in seguito alle nuove normative legate all’emergenza Bse, sono chiamati a sostenere per lo smaltimento dei capi morti. E’ quanto prevede una proposta di legge approvata dalla giunta su proposta dell’assessore all’agricoltura Tito Barbini, con cui si intende sostenere imprenditori che, oltre al danno economico per la perdita degli animali, si trovano a sostenere costi sensibilmente lievitati per l’obbligo di avviare le carcasse ad impianti di pretrattamento ed incenerimento.
Costo che per gli allevatori toscani, in questa fase, è reso più elevato per l’assenza nel territorio regionale di impianti idonei, con una spesa per il trasporto che può superare il milione per il capo bovino e le 250 mila per il capo ovicaprino. Ricordiamo che una legge nazionale prevede un indennizzo di 240 mila lire a capo per i bovini morti in azienda dopo l’11 gennaio 2001. La proposta di legge prevede un rimborso dei costi fino a 500 mila lire, di provenienza interamente regionale nel periodo compreso tra l’11 novembre 2000 -quando sono entrate in vigore le nuove normative per lo smaltimento - e l’11 gennaio 2001, data in cui sono stati introdotti gli indennizzi statali.
Per il periodo successivo a quest’ultima data si prevede che la cifra di 500 mila lire sia raggiunta in concorso con l’indennizzo statale. Per i capi ovicaprini – per cui a livello statale non è prevista la copertura delle spese – si introduce un indennizzo che, sommato anche ad altri degli enti locali, potrà arrivare fino a 120 mila lire. Per l’anno in corso la proposta di legge stanzia 600 milioni, somma ritenuta congrua in quanto fino al 30 giugno sono stati accertati 556 bovini morti negli allevamenti toscani, per cui si prevedono circa 1.100 decessi in un anno.
Considerando i rimborsi statali si ritengono sufficienti 400 milioni. I restanti 200 milioni saranno impiegati per i circa 1.700 ovicaprini morti che si stima possono accedere al contributo.