Florence Dance Festival: il mondo dell’artista mito della Pop Art Andy Warhol mercoledì

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2001 23:09
Florence Dance Festival: il mondo dell’artista mito della Pop Art Andy Warhol mercoledì

Più che un balletto biografico, Gee, Andy! , è un viaggio fra i simboli e gli umori che hanno caratterizzato gli anni della gloria artistica di Andy Warhol. Uno spettacolo "totale" dove danza, musica, immagini e recitazione si fondono per rendere omaggio ad un artista-mito, manipolatore ed evocatore di miti contemporanei.
A palcoscenico "chiuso" due televisori su carrelli stile anni ’60, trasmettono immagini mute riguardanti fatti di cronaca sociale e politica, intervallate da spot pubblicitari d’epoca.
L’apertura del sipario svela un ambiente evocante gli spazi frequentati da Warhol nel suo vissuto newyorkese: Factory, Studio 54, gallerie di Soho ecc.
Un ambiente dove personalità forti e comparse si incontrano, si confrontano, si contagiano, competono, si odiano e si amano; ma soprattutto, scrivono una pagina fondamentale della storia all’arte del XX secolo.
Sul fondo della scena su di un mega-schermo, vengono proiettate immagini che interagiscono con i danzatori.
La scenografia, le musiche -appositamente composte per il balletto sono state create da due giovani artisti di punta della musica elettronica: Andy dei BLUVERTIGO e Glanluigi Di Costanzo di BOCHUM WELT- i costumi, i supporti tecnologici e le soluzioni visuali inaspettate fanno da sfondo ad una danza estrema che porta in scena il mondo mediale e mediatico del pittore — cineasta, feticcio della pop art.


I danzatori rappresentano da un lato le forze, le personalità, gli umori e gli oggetti del desiderio di Warhol. Matteo Levaggi, rappresenta di volta in volta l’immagine idealizzata che l’artista coltivava di se stesso: bello, donna, uomo "americano", wasp benpensante, raffinato artista della tecnica "sublime".
Lo spettacolo si snoda per dodici quadri, dotati ciascuno di un titolo più evocativo che esplicativo: Humus, Serendepity, Maestrum, Fac-totemi, Ecce Omo, Mather divus, Bang ecc.
Si segnala la partecipazione d’eccezione, in un video originale, di Milena Vukotic che ha recitato nel film prodotto da Warhol "Dracula cerca sangue di vergine…e morì di sete".

La Compagnia
La "Compagnia di Danza Teatro di Torino" si forma negli anni ’70 a Torino attorno a Loredana Furno, con l’intento di proporre un repertorio alternativo allargato alle altre discipline dello spettacolo.

In costante ricerca del nuovo, nel decennio successivo, la Compagnia ha dato largo spazio a creazioni di danza contemporanea proponendo coreografi quali Job Sanders, Roberto Castello, Bertrand d’At, Charles Vodoz, Jozsef Tari ed ha ottenuto dalla Fondazione José Limon di New York l’autorizzazione ad inserire nel proprio repertorio "There is a time", una delle opere fondamentali del coreografo americano. La "Compagnia di Danza Teatro di Torino" ha mutato nome in "Balletto Teatro di Torino". Il Balletto Teatro di Torino, diretto da Loredana Furno ha ridefinito e fortemente rinnovato la propria linea artistica, quasi abito nuovo per la stagione 2000-2001.

Fra le sue scelte si segnala come attuale e significativa quella di nominare come coreografo - danzatore residente un artista fra i più apprezzati della giovanissima generazione: Matteo Levaggi. Con lui la formazione torinese sta rimodellando la sua immagine, plasmandola sulla "linea fisica e la qualità di movimento morbida e personalissima" del ballerino - coreografo. È in questa direzione che Matteo Levaggi ha lavorato, intento a preparare con il Balletto un "evento-performance" scelto a scandire ed inaugurare la nuova filosofia artistico-creativa ed ispirato a Andy Warhol.

La compagnia conta su un già ricco ed insolito repertorio: "Showyshudder" (brivido appariscente) titolo contenitore di una serata che comprende alcune delle migliori produzioni contemporanee pensate per il Balletto Teatro di Torino da alcuni dei più interessanti talenti della "nuova danza"; una suggestiva versione di "Salomè", ispirato al dramma di Oscar Wilde, "Io, Giacomo Casanova" della spregiudicata coreografa americana Karole Armitage.

Matteo Levaggi
Appena ventitreenne, Matteo Levaggi è già noto da tempo sulla scena della danza italiana.

Si forma come danzatore alla scuola di ballo del Teatro di Torino. Nel 1993 vince il primo premio al "Concorso di Danza Città di Rieti", mentre nel 1996 si esibisce alla finale del "Concorso Internazionale di Parigi". Entrato a far parte della compagnia torinese diretta da Loredana Furno, ha modo di segnalarsi come solista dalla spiccata personalità e dalla speciale qualità di movimento. Nel 1997/98 entra a far parte della compagnia Aterballetto diretta da Mauro Bigonzetti, poi ha scelto una carriera libera, danzando in diverse produzioni tra cui "Le Memorie di Adriano" dove interpreta il ruolo di Antinoo accanto a Giorgio Albertazzi.

Levaggi debutta come coreografo con "Salomè", creato per il Balletto Teatro di Torino, ottenendo successo di critica e pubblico, anche interpretandone il ruolo. Nel 1999 si apre una parentesi televisiva, partecipando a diversi e importanti spettacoli programmati da Raiuno. Nell’estate 2000 è protagonista della nuova creazione della coreografa americana Karole Armitage "Io, Giacomo Casanova". Nell’autunno 2000 è ospite del "Festival Internazionale di Cuba", dove danza rappresentando la coreografia italiana con un assolo creato per lui da Mauro Bigonzetti.

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