Un'atmosfera pesante ha segnato l'incontro di ieri sera organizzato alla Festa dell'Unità di Firenze per parlare dei fatti di Genova.
Nonostante l'applauso che ha salutato l'ingresso al Teatrino Lorenese di Claudio Martini, il presidente della Regione Toscana, presente alla manifestazione nel capoluogo ligure sabato scorso, e nonostante l'emozionato appello rivolto al partito dal consigliere comunale Gregorio Malavolti, anche lui presente a Genova per tutta la settimana del controvertice, gli interventi dalla platea erano infuocati.
Nel senso che in molti si sono scagliati proprio contro il vertice DS, colpevole di aver ritirato all'ultimo minuto la copertura politica ai manifestanti. Una giovane infermiera iscritta alla federazione giovanile ha raccontato commossa delle decine di ragazzi medicati per le ferite inferte dalla forze dell'ordine. Ma anche anziani hanno preso la parola per dichiararsi scandalizzati dall'assenza del partito dilaniato dalle faide interne precongressuali.
Il fatto è che nelle ultime ore si diffondono in città i racconti dei "reduci" fiorentini.
La gran parte dei manifestanti partiti con i pulmann di Rifondazione comunista non ha subito momenti di tensione perché si trova nella parte terminale del corteo, che in pratica non è stata messa in condizione di sfilare e quindi non si è trovata esposta alle cariche della Polizia. Ma sono molti i ragazzi delle associazioni indipendenti, i giovani comunisti, i pacifisti, presenti a Genova già nei giorni precedenti che riportano a Firenze i racconti delle violenze gratuite subite, come il caso di un ragazzo aderente al nodo fiorentino della Rete Lillilput, che venerdì in piazza Manin (dove si trovava per organizzare il mercatino equo-solidale) è stato colpito con il manganello e scaraventato a terra solo per essersi avvicinato ad un polizziotto a chiedere informazioni.