19 luglio 2001 – Consentire manifestazioni e iniziative politiche da parte di tutti i movimenti presenti a Genova per protestare contro gli effetti sociali, ambientali ed economici della globalizzazione economico-finanziaria; garantire i necessari servizi di ristorazione e reperimento alloggio; creare un tavolo di consultazione permanente tra le associazioni economiche di categoria genovesi, i consigli di quartiere, il Genoa social forum e gli organizzatori del summit per arginare il disagio provocato dalle limitazioni al traffico e alle attività nelle aree limitrofe alla cosiddetta ‘zona rossa’, garantendo contemporaneamente sicurezza ed agibilità.
Queste le richieste al Governo da parte del Consiglio provinciale di Firenze che ha approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra e di Rifondazione comunista una mozione di Rifondazione rafforzata da emendamenti presentati della maggioranza. Bocciata, invece, la mozione della Casa delle Libertà che invitava al governo della globalizzazione associando alle decisioni del G 8 i Paesi in via di sviluppo, sottolineava l’importanza della ratifica del Protocollo di Kyoto e della libertà di manifestare pacificamente.
Bocciata la mozione del centrodestra che richiedeva di governare la globalizzazione associando alle scelte i Paesi in via di sviluppo, nonché la ratifica di Kyoto e di garantire la libertà di manifestare.
Nella mozione approvata il Consiglio provinciale chiede “alle organizzazioni promotrici e partecipanti alle manifestazioni di isolare e condannare fin d’ora tutti coloro che non accettano la scelta non violenta fatta propria dalla grande maggioranza del movimento del popolo di Seattle”.
Tra le richieste avanzate dall’assemblea di Palazzo Medici Riccardi al Governo italiano quella di coagulare il necessario consenso dei partner sulla cancellazione del debito dei Paesi più poveri, nonché la costituzione di un nuovo fondo fiduciario per la salute e la lotta alle malattie nei paesi poveri, l’incremento delle risorse destinate dall’Italia alla cooperazione (fino allo 0,7 del Pnl), l’introduzione dei sistema di tassazione delle transazioni finanziarie internazionali.
Durante il dibattito sono emerse posizioni differenziate e trasversali agli schieramenti circa la decisione del Presidente della Regione Claudio Martini di portare il Gonfalone della Regione Toscana a Genova tra i manifestanti anti-globalizzazione.
Decisamente a favore il capogruppo dei Ds Tiziano Lepri (“troppo fastidio nel centrodestra verso le manifestazioni di piazza: sono orgoglioso che la Regione Toscana dia un segno di presenza”) e l’assessore all’ambiente Riccardo Gori (“la Regione ha individuato nella manifestazione una serie di temi fondamentali per la riflessione di tutti: nessuno può esimersi dal considerare le condizioni di vita di intere popolazioni, mentre tutto ruota attorno all’automatismo di leggi di mercato spesso dettate dai centri economici e finanziari del mondo”).
D’altro avviso Andrea Cantini (Gruppo misto- Di Pietro) per il quale a Genova siedono capi di governo legittimamente rappresentativi dei popoli che li hanno eletti: bisognerebbe riflette e avanzare proposte al G8, piuttosto che affidarsi a un manifestare talvolta indecoroso. Anche Pasquale De Luca (Democratici) ha criticato la scelta del Presidente Martini, manifestando disappunto “per il crescendo rossiniano dei manifestazioni delle tute bianche”). Enrico Nistri (An) registra una contraddizione nella Sinistra che “è contraria alla globalizzaizone del commercio, ma è favorevole all’immigrazione.
Troppe le distorsioni. Nemmeno il ministro Ruggiero crede che la globalizzazione così come realizzata finora sia positiva, con gli Stati Uniti protezionisti nelle importazioni e liberisti nelle esportazioni da una parte e il Terzo Mondo dall’altra”. Per Carlo Bevilacqua (Forza Italia) il Presidente della Regione Martini, il cui atteggiamento è stato definito “avventuristico” da Alessandro Corsinovi (Ccd), rappresenta solo una parte (“mi fa vergognare di essere un cittadino della Regione”).
Il gonfalone della Toscana viene portato a una “manifestazione di protesta che si sta preannunciando non come sfilata di cortei ma con azioni di violenza contro la polizia e le istituzioni”. Francesco Campigli (Forza Italia) ha voluto ricordare il contributo portato al dibattito sul G8 da parte delle associazioni cattoliche che hanno redatto un manifesto con il quale “c’è da parte nostra una forte sintonia”.
Massimo Marroncini (Comunisti italiani) trova che il controvertice di Genova sia “un’occasione da non perdere, un’occasione storica per Sinistra che può riorganizzare le idee, ricompattandosi su vasi serie, facendo anche autocritica”.
Alessandro Giorgetti (An) ha rifiutato di partecipare al voto, trovando “troppo morbida la Casa delle Libertà verso i manifestanti contro il G8” e criticando il Protocollo di Kyoto “sul quale nutro riserve anche da punto di vista scientifico”.
Sergio Gatteschi (Verdi) sperava nell’approvazione di una mozione congiunta, che registrasse la convergenza degli schieramenti su alcuni punti fondamentali emersi nel dibattito: legittimità dei rappresentanti dei governi del G 8; l’economia non deve essere subita; rifiuto della violenza.
Eugenio D’Amico (Rifondazione comunista) ha annunciato l’accoglimento da parte del suo gruppo degli emendamenti presentati dalla maggioranza alla mozione di Rifondazione “contro l’ordinamento mondiale capitalista”.