San Rossore Una provocazione in forma di show per denunciare quello che ha definito il “genocidio dei bambini iracheni, un genocidio di cui - ha detto - nessuno parla”. Stefano Salvi, conosciuto come inviato di ‘Striscia la notizia’, ha dedicato il suo intervento al meeting ‘From global to glocial’, a un attacco al mondo dell’informazione ritenuto omologato (“pensate di avere 20 giornali e telegiornali, ma in realtà è uno solo”) e responsabile, a suo avviso, di occuparsi spesso di argomenti futili ( “I Tg delle 20, già alle 20.15 sono un rotocalco”) trascurando le grandi tragedie che avvengono nel mondo.
A sostegno di questa sua tesi Salvi ha raccontato due suoi viaggi-inchiesta in Iraq, dove ha verificato di persona gli effetti, sulla popolazione civile, della guerra del Golfo e del conseguente embargo Onu. “Migliaia di bambini - ha detto - muoiono perché non ci sono medicinali. I chemioterapici non possono essere inviati all’Iran perché, secondo il protocollo Onu, potrebbero servire a produrre armi chimiche. E gli aiuti che vengono inviati all’Iraq, a causa della ‘no fly zone’, devono essere trasportati via terra sopportando viaggi di mille km nel deserto.
Arrivati a destinazione sono spesso inutilizzabili”. “E drammatici - ha detto ancora Salvi - sono ancora gli effetti della guerra del Golfo. L’intero ciclo alimentare risulta contaminato dalle radiazioni, i morti di cancro aumentano esponenzialmente". “E’ una tragedia immensa – ha concluso - Eppure per conoscerla sono dovuto andare sul posto di persona. Nessuno ne parlava. Nessuno ne parla”.
“Sono voluta venire perché i temi della globalizzazione mi interessano tantissimo.
E perché qui sono presenti alcuni personaggi di grandissimo rilievo, come Ivan Illich, che ho voluto conoscere di persona”. Gianna Nannini spiega così il motivo della sua partecipazione al meeting “From global to glocial”. “Questo pianeta ‘deve’ restare vivo. Per questo è importante la mobilitazione che sento in questo periodo su questo tema. Io me ne occupo da almeno dieci anni, insieme ai miei amici del movimento anti-globalizzazione di Toronto con cui sono costantemente in contatto.
Anche per questo sono contenta del ruolo attivo assunto dalla Regione Toscana, anche su questi temi”. A un personaggio-simbolo del movimento anti-globalizzazione come Vandana Shiva la Nannini ha anche dedicato la canzone “Centomila”, inserita nell’album ‘Cuore’. “Mi dispiace – dice la cantante che non sia qui – avrei davvero voluto conoscerla dopo aver tanto ammirato le sue idee e il suo impegno”. La Nannini, che ha ritagliato la visita a San Rossore tra gli impegni legati alla realizzazione del nuovo disco, ha anche espresso il suo pieno apprezzamento per l’attività del Genoa social forum in vista del G8.
“E’ un movimento unito nella sua diversità che ci aiuta a riflettere sempre di più su questi argomenti”. Ma la globalizzazione riguarda anche la musica? “Credo di no, per fortuna. Perché la voce umana è irripetibile. Ci potrà essere ancora una evoluzione tecnologica, ma l’emozione di una voce dal ‘vivo’ non potrà essere riprodotta. Almeno spero”.
Messaggi di adesione al convegno "From Global to Glocial", in corso di svolgimento nella tenuta di San Rossore, sono giunti dai leader di Regioni e città di tutta Europa.
"Sono convinto - ha scritto il sindaco di Barcellona, Joan Clos, al presidente Martini - che il dialogo con tutti i protagonisti della globalizzazione sia l'unica via per poter garantire un futuro migliore a tutti i cittadini e per contribuire a globalizzare l'eguaglianza delle opportunità. Barcellona è impegnata in questo dialogo e spero che avremo altre occasioni per lavorare insieme in questa direzione".
Dalla Grecia ha scritto al presidente della Toscana il segretario generale della Regione delle Isole Ionie, Anastasia Kanellopulos: "Voglio aggiungere la mia voce al movimento che si sta sviluppando contro l'idea che le questioni dell'economia 'globalizzata' e dei bisogni sociali siano materia esclusiva in mano agli otto paesi più ricchi.
Noi, poteri e comunità locali - si legge ancora nel messaggio - ci battiamo ogni giorno, spesso con successo, per un modello decentrato di governo e non intendiamo aspettare le decisioni dei cosiddetti '8 Grandi' su ciò che riguarda i nostri interessi". "Condivido totalmente la vostra idea secondo la quale le Regioni possono, soprattutto attraversi i programmi di collaborazione decentrata, offrire modelli di sviluppo diversi da quelli dei soli stati più ricchi del mondo": questo il passaggio più significativo del contributo inviato dal presidente del consiglio esecutivo della Corsica, Jean Baggioni.
E sempre dalla Francia giunge l'invito - è quanto scrive a Martini il presidente della Regione Linguadoca-Rossiglione, Jacques Blanc - ad un impegno comune per "un riconoscimento sempre più forte del ruolo delle Regioni nel contesto della globalizzazione". E il presidente del Land austriaco di Salisburgo, Franz Schausberger, scrive a sua volta che "il tema della globalizzazione è oggi all'attenzione di tutti ed è quindi da salutare molto positivamente l'idea di realizzare una discussione su questi temi da parte dei poteri locali".
Messaggi di apprezzamento per l'iniziativa di San Rossore sono inoltre giunti dai sindaci di Atene, Dimitris Avramopulos, Lisbona, Joao Soares, e della città portoghese di Sintra, Edite Estrela.
Dalla Spagna hanno inviato il proprio saluto ai partecipanti al convegno il presidente della Galizia, Manuel Fraga Iribarne, il presidente della Murcia, Valcarcel Siso. Dalla Francia altri messaggi dal presidente della Regione Midi-Pyrenées, Martin Malvy, da quello della Bretagna, Josselin de Rohan, e dal vicepresidente della Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Jean Luis Joseph.
Altre adesioni al meeting dal presidente della Conferenza delle regioni periferiche marittime, il finlandese Stig Ostdahl, dal senatore belga Luc Van de Brande, membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles, dal presidente della Renania Palatinato, Karl Heinz Klar, dal sindaco di Helsinki, Eva-Riitta Siitonen, e dagli amministratori britannici Ken Bodfish (Brighton) e Albert Bore (Birmingham ).
«La Genova dei padroni della terra, dove sono venuto ospite del coordinamento per un’altra agricoltura, mi rende impossibile essere con voi con un imponente schieramento militare».
José Bové, l’agricoltore francese dell’Aveyron divenuto famoso nel 1999 dopo aver boicottato un McDonald’s protestando contro il Wto, doveva essere nel pomeriggio a San Rossore.
Non è potuto uscire da Genova ma ha voluto scrivere un messaggio agli amici toscani, dando loro appuntamento sotto il gonfalone della Regione alla manifestazione in programma sabato nel capoluogo ligure.
«Spero di vedervi ancora tutti anche a Roma il 9 novembre – ha aggiunto poi, concludendo le lettera – per una grande iniziativa planetaria in difesa della sovranità alimentare, che si svolgerà in occasione del vertice della FAO».