FIRENZE «Il progetto ‘Ars Aevi’ è arrivato alla fase decisiva: si tratta ora di dare vita ad una rete di sostegno internazionale, un vero e proprio azionariato diffuso, per fare in modo che il Centro di arte contemporanea di Sarajevo possa essere realizzato». Queste le parole pronunciate dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini nell’incontro avvenuto ieri mattina a Palazzo Bastogi con rappresentanti e amministratori della Bosnia Erzegovina, delle città di Sarajevo, Firenze, Prato e Venezia, di enti e associazioni che partecipano al progetto di costruzione del museo nella capitale bosniaca.
Presenti Ilija Simic, presidente del Parlamento bosniaco, Dubravko Lovrencic, vice ministro alla cultura, Zelico Jerkic, vice ministro agli affari esteri, e Savo Vlaski, vice sindaco di Sarajevo; sono intervenuti anche gli assessori alla cultura dei tre comuni italiani (Siliani per Firenze, Vannucchi per Prato e Cortese per Venezia), Bruno Corà, direttore del Pecci di Prato, e Michelangelo Pistoletto, il primo artista ad aver donato un’opera al costruendo museo, che verrà realizzato in base ad un progetto di Renzo Piano.
Martini ha sottolineato che attraverso ‘Ars Aevi’ Sarajevo può riappropriarsi, dopo gli anni degli sconvolgimenti causati dalla guerra, del suo ruolo di città del dialogo e della contaminazione fra etnie e culture, ponte di collegamento con la comunità internazionale; un tema, quello legato alla multiculturalità, che sarà dibattuto anche durante il meeting From Global to Glocial del prossimo 18 luglio a San Rossore.
Anche Michelangelo Pistoletto ha insistito su questo punto: il museo rappresenta l’aggancio tra un passato drammatico ed un futuro di condivisione, culturale e sociale, un grande palcoscenico sul quale convergono le spinte artistiche da ogni parte del mondo.
L’artista piemontese ha quindi mostrato i bozzetti delle azioni che saranno collocate a livello mondiale, sulle quali comparirà il disegno di alcune foglie d’alloro. Passando quindi sul piano operativo, Claudio Martini ha proposto che vengano individuati i capofila del progetto nei vari settori delle attività sociali (enti locali, banche, imprese, musei, televisioni, ecc.) per costituire una rete internazionale di sostegno al progetto; il passo successivo, ha proseguito il presidente toscano, è quello di riunire i capofila a settembre, alla presenza di autorità della Bosnia Erzegovina e di Sarajevo, per definire un programma operativo nell’attività di ricerca dell’azionariato.