FIRENZE Crescono le adesioni internazionali al “From Global to Glocial”, il meeting che la Regione Toscana sta organizzando a San Rossore (Pisa) per il 18 luglio, alla vigilia del G8 di Genova. Il carattere dell’iniziativa – un confronto aperto tra movimenti e personalità critiche degli attuali processi di globalizzazione e realtà istituzionali e di governo – ha suscitato l’interesse di alcuni dei principali esponenti mondiali del movimento che si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale a Seattle.
Così, tra le ultime adesioni pervenute, ci sono anche quelle di Josè Bové, leader dei contadini impegnati nella battaglia per un’agricoltura senza Ogm e per un’alimentazione genuina, e di Tarso Genro, il sindaco di Porto Alegre, capitale dello stato brasiliano del Rio Grande do Sul, città simbolo per le organizzazioni “no global”. Due presenze che a San Rossore arricchiranno sensibilmente un confronto a più voci già animato dalla presenza di personaggi di assoluto rilievo, come Ivan Illich, Vandana Shiva, Edward Goldsmith, Walden Bello, Victor Menotti.
In particolare, Josè Bové, agricoltore francese dell’Aveyron, ha acquistato notorietà mondiale nel 1999, dopo una clamorosa azione di boicottaggio di un McDonald’s – nell’ambito della protesta contro la decisione del Wto di sostenere gli Stati Uniti sulla vertenza della carne agli ormoni rifiutata dall’Ue – alla quale seguì l’arresto e il processo.
Il suo impegno risale però agli anni Sessanta quando, studente universitario di Bordeaux, si distingue nelle lotte per il disarmo e per l’obiezione di coscienza. La svolta nella sua vita avviene con le lotte dei contadini del Larzac contro un progetto di allargamento di una base militare, l’occupazione di fattorie abbandonate, la decisione di trasferirsi in campagna con un progetto di agricoltura alternativa, che combina gestione associata delle terre, impegno per uno sviluppo rurale rispettoso di tradizioni e ambiente, lotta ad un’agricoltura industriale fatta di chimica e di produttivismo esasperato, tutela dei consumatori da quella che chiama “malbouffe” (malalimentazione).
Oggi Bové è considerato una sorta di paladino della guerra ingaggiata da agricoltori e consumatori per il cibo genuino e per le differenze alimentari. Per quanto riguarda invece Tarso Genro, è il sindaco della città che lo scorso gennaio ha ospitato il Forum sociale mondiale, occasione in cui le diverse anime del movimento “no global” si sono riunite per lanciare le loro proposte. La scelta di convocarlo a Porto Alegre non è stata casuale, ma ha rappresentato una sorta di riconoscimento per le politiche adottate dalle sue ultime amministrazioni.
Fin dal 1989, infatti, questa città di un milione e 300 mila abitanti ha istituito il bilancio partecipato. La gestione collettiva delle risorse ha interessato quasi un quarto delle entrate fiscali (700 milioni di dollari in dieci anni) e ha consentito di attuare programmi decisivi per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, a partire dall’allacciamento all’acqua potabile, oggi a disposizione di quasi tutte le abitazioni. Tarso Genro è stato rieletto sindaco nell’ottobre 2000 con il 63,5 per cento dei voti.
Oggi, a 54 anni, è uno dei nomi più accreditati come futuro leader dell’opposizione brasiliana.