La vendita del pacchetto di azioni della società che controlla l’aeroporto di Peretola è l'oggetto di una mozione approvata ieri sera dal Consiglio comunale di Firenze, con due soli voti contrari.
L'obiettivo è di procedere, di concerto con gli altri soci pubblici di AdF S.p.A., a un'ulteriore dismissione di azioni di AdF complessivamente in una misura non superiore al 29% (di cui preferenzialmente almeno il 14% del pacchetto azionario del Comune di Firenze), a favore di un partner privato di elevato profilo che sarà selezionato tramite procedura di evidenza pubblica.
Tale delibera si inquadra nel patto di co-vendita siglato il 6 aprile 2001 tra i soci pubblici di AdF S.p.A. (Comune di Firenze, Comune di Prato, Camera di Commercio di Firenze, Camera di Commercio di Prato), fermo restando il vincolo della partecipazione complessiva pubblica almeno del 20% al capitale sociale, come previsto dal D.M. n. 521 del 1997.
«In tutti questi anni - ha dichiarato durante il dibattito la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri- si sono fatti scelte incompatibili con l’aeroporto come il progetto che ha visto coinvolta Fondiaria nell’area di Castello.
Non si è lavorato per costituire una unica società con l’aeroporto di Pisa e si continua a parlare di interramento dell’autostrada, ossia di allungamento della pista, e di possibilità di ulteriore sviluppo dello scalo fiorentino». «E’ credibile pretendere da chi comprerà le quote della Saf proposte per la mitigazione dell’impatto ambientale ed il risarcimento per i residenti da eventuali danni e disagi? Non stava al Consiglio comunale porre chiaramente condizioni, regole e limiti allo sviulupo dell’aeroporto e solo dopo, eventualmente, cercare partner privati?» si è domandata la capogruppo di Rifondazione.
«Il privato che compra oggi - ha concluso la Sgherri - sarà sicuramente interessato al massimo sviluppo possibile del numero dei voli proprio perché i limiti non ci sono».
«L’amministrazione non tutela l’aeroporto di Peretola». L’accusa è del consigliere di Forza Italia Francesco Leoni.
«L’attuale gestione degli arrivi e delle partenze da Peretola, che dipende dalla pianificazione dei voli decisa a Bruxelles - ha spiegato Leoni - determinerà l’abbandono dello scalo fiorentino.
Il 24 giugno l’aereonautica militare di Pisa ha fissato un numero massimo di arrivi e partenze in otto l’ora ed ha giustificato questa imposizione scaricando la responsabilità al centro pianificazione europea dei voli di Bruxelles». «E’ evidente - ha aggiunto il consigliere di Forza Italia - che il ritardo di un volo determina problemi all’intero piano giornaliero: non si può più garantire orari certi di partenza e, conseguentemente, le ovvie coincidenze con altri scali. Chi usa l’aereo per gli spostamenti, mancandogli queste certezze, userà altri aeroporti disertando Peretola».
«Solo gli addetti ai lavori - ha proseguito Leoni - sono a conoscenza che è Pisa ad informare la direzione europea delle esigenze di Peretola. Questo conferma che c’è una ben precisa volontà politica di affossare lo scalo fiorentino per favorire quello pisano».