Il 20 settembre, tavola rotonda dedicata ad attività, programmi, sinergie degli enti di ricerca per il melodramma. Partecipano:
Bruno Cagli, Alfredo Siepi (Fondazione Rossini, Pesaro), Francesco Bellotto, Paolo Fabbri (Fondazione Donizetti, Bergamo), Fabrizio Della Seta, Graziella Seminara (Comitato nazionale per le celebrazioni belliniane, Catania), Pierluigi Petrobelli, Angelo Pompilio (Istituto nazionale di studi verdiani, Parma), Julian Budden, Gabriella Biagi Ravenni (Centro studi GIACOMO PUCCINI, Lucca), Gabriele Dotto, Maria Pia Ferraris (Casa Ricordi, Milano).
Alle 18.00: Presentazione di «Studi pucciniani» 2, 2000, dedicati alla memoria di John Rosselli
a cura di Virgilio Bernardoni, Michele Girardi, Arthur Groos.
Saggi, recensioni e rubriche di John Rosselli, Paolo Cecchi, Anselm Gerhard, Michele Girardi, Arthur Groos, Dieter Schickling, Emanuele Senici, Jesse Rosenberg, Linda Fairtile.
Il 21 e 22 settembre: L’«insolita forma»: strutture e processi analitici
per l’opera italiana nell’epoca di Puccini. Prolusione di Harold S. Powers (Princeton University). Relazioni di: Marcello Conati (Parma), Adriana Guarnieri (Università di Venezia), James Hepokoski (Yale University), Steven Huebner (McGill University), Jürgen Maehder (Freie Universität Berlin), Guido Paduano (Università di Pisa), Giorgio Pagannone (Roma), David Rosen (Cornell University), Peter Ross (Bern), Marco Santagata (Università di Pisa).
Il convegno prenderà in esame le tipologie formali dell’opera nel periodo 1890-1920 circa, e i metodi ad esse connessi d’interpretazione analitica, partendo da due presupposti convergenti:
a) i caratteri specifici dei modelli formali nel sistema produttivo dell’epoca di Puccini, nonché l’elevato grado di mobilità e di usura dei medesimi;
b) lo stato primitivo dell’indagine delle forme melodrammatiche nella fase crepuscolare della ‘grande tradizione’ nel panorama attuale degli studi di drammaturgia musicale, neppure raffrontabile per quantità e qualità agli studi prodotti dal medesimo punto di focalizzazione per il melodramma della prima metà dell’Ottocento, e di Verdi in particolare.
Il convegno affronterà pertanto gli aspetti librettistici, musicali, scenici, le strategie narrative e drammaturgiche del teatro musicale post-verdiano, sia sul piano teorico che pratico, sia singolarmente che nelle reciproche interazioni.
In tale ambito le relazioni dovranno innanzi tutto privilegiare il quadro generale rispetto al dettaglio, il contesto rispetto al singolo testo, la norma rispetto all’eccezione.
Sono quindi auspicabili interventi che approfondiscano:
1) i tipi formali (librettistici e musicali) propri dell’opera del periodo, il loro grado di stabilità e le funzioni drammaturgiche
2) i rapporti di continuità e/o discontinuità delle tipologie formali fin de siècle rispetto alla grande tradizione ottocentesca 3) il debito da esse contratto con tipologie operistiche allogene
4) eventuali processi di parafrasi, riscrittura, restauro di modelli formali antichi;
5) le contaminazioni e/o integrazioni tra livello vocale e livello strumentale e sinfonico
6) le strategie narratologiche implicite nelle soluzioni formali
7) l’elaborazione teorica;
8) il livello di definizione sul piano lessicale e critico.
Inoltre, considerato che l’analisi musicale stenta ad emanciparsi dall’ombra lunga proiettata sull’opera del periodo pucciniano dai metodi commisurati al teatro di Verdi e di Wagner – sovente inefficaci, se non addirittura fuorvianti, per la sua interpretazione critica – particolare attenzione andrà prestata
9) alla messa a punto di criteri analitici modulati sui caratteri intrinseci del repertorio della fin de siècle e del primo Novecento.