La tecnologia “fine”, è proprio il caso di dirlo, aiuta la ricerca. Questa volta il risultato potrebbe essere clamoroso per il mondo dell’arte. Ci si lavora da un anno, in silenzio, con la discrezione propria alle imprese scientifiche più delicate. Da un anno, un gruppo di tecnici del Centro di Ateneo per i Beni Culturali (il CABEC è un fiore all’occhiello dell’Università degli Studi di Firenze, un “centro” interdisciplinare e interfacoltà) ha vagliato documenti e ipotesi sulla possibile permanenza della “Sagra” di Masaccio ricordata dal Vasari, proprio nella vita di Masaccio.
La “Sagra” rappresentava la consacrazione della chiesa del Carmine, di cui fu testimone l’artista, che vi ritrasse “infinito numero di cittadini in mantello e cappuccio …”. Fra i personaggi rappresentati vi erano anche Brunelleschi e Donatello. L’affresco fu dato per perduto a partire dal 1958, in occasione di estesi lavori di ristrutturazione. Basandosi su un sistematico spoglio “incrociato” fra documenti ed osservazioni dirette e sull’impiego di raffinate tecniche termografiche e georadar sono state individuate alcune zone non ancora “saggiate” nel secolo scorso, quando riprese l’interesse per il problema.
Il gruppo scientifico di ricerca, dopo un approfondito workshop nel chiostro del Carmine, ha deciso di approfondire la ricerca, che sarà ora mirata alle superfici parietali rimaste “indisturbate” dai lavori, così come accertato dalla ricerca dell’Università. La ricerca è stata resa possibile grazie al finanziamento dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. La fase successiva della ricerca, relativa ai saggi sulle zone dell’androne del chiostro che si ritiene possano conservare parti della “Sagra” di Masaccio e alle successive eventuali determinazioni, sarà coordinata dagli uffici tecnici del Comune di Firenze (servizio Fabbrica di Palazzo Vecchio e Chiese e servizio Musei), che è l’ente proprietario del complesso del Carmine.
La fase di “cantiere” sarà sostenuta da un comitato scientifico coordinato dal prof. Guerrieri e composto dai Soprintendenti (Paolucci, Lolli Ghetti, Acidini), dai professori Berti e Baldini (studiosi di Masaccio), dai professori dell’Ateneo Atzeni e Malsani, dal dott. Savelli (che ne risollecitò lo studio), dalla direttrice dei Musei Comunali d.ssa Chiara Silla e dal responsabile del servizio Fabbrica di Palazzo Vecchio e Chiese, arch. Muccini. Nell’ambito del VI Centenario della nascita di Masaccio, la ricerca riveste una importanza del tutto particolare, consentendo al Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario masaccesco, non solo di promuovere mostre e convegni, ma anche di sviluppare le conoscenze scientifiche sull’artista.
Il Comitato Nazionale sarà quindi coinvolto attivamente nel progetto. L’assessore Siliani ha commentato così: “Gli esiti della ricerca meritoriamente realizzata dal Centro di Ateneo per i Beni Culturali sono incoraggianti, in quanto consentono – attraverso l’uso di tecnologie avanzate – di ricostruire la possibile collocazione della “Sagra” e di valutare, prima dell’avvio dei saggi, quali aree precise del muro sono indagabili. Ciò dimostra come Firenze può, a buon titolo, candidarsi ad essere la capitale mondiale dell’applicazione delle nuove tecnologie alla tutela e restauro del patrimonio artistico e culturale.
Il Comune di Firenze assume doverosamente la responsabilità di realizzare l’ulteriore fase di ricerca, nella speranza di offrire alla comunità degli studiosi e agli amanti dell’arte nuovi elementi di conoscenza sull’opera di un artista che ha rivoluzionato non solo la tecnica pittorica, ma anche i valori filosofici che stanno all’origine del Rinascimento.”