Il blocco dei cantieri dell’Alta velocità ferroviaria: nella seduta di Giunta regionale di martedì una valutazione complessiva della situazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 giugno 2001 09:48
Il blocco dei cantieri dell’Alta velocità ferroviaria: nella seduta di Giunta regionale  di martedì una valutazione complessiva della situazione

La magistratura fiorentina ha posto venerdì sotto sequestro cantieri, depositi e discariche della TAV in Toscana: si indaga a tutto campo, sulle ferrovie, ma forse anche sulle autostrade nel corridoio Firenze-Bologna. Ma quali sono i livelli di responsabilità, a partire dall'ambito delle procedure di approvazione dei progetti TAV della tratta Bologna-Firenze e del nodo di Firenze, nelle quali hanno giocato ruoli chiave le amministrazioni locali (Comuni, Comunità Montana, Provincia di Firenze, Regione Toscana), i Ministeri dell'Ambiente, dei Trasporti e dei Beni Culturali, la presidenza del Consiglio dei Ministri?
“La Regione Toscana sostiene l’azione della Magistratura per un accertamento completo di tutte le irregolarità compiute sui cantieri dell’Alta Velocità, e auspica che anche questo intervento, unitamente a tutte le azioni messe in atto dall’Osservatorio ambientale e dalla Regione, attraverso l’Arpat, consenta di proseguire i lavori in condizioni di assoluta tutela dell’ambiente e del territorio.

Inoltre, qualora venissero confermati i capi d’accusa oggetto dell’indagine, la Regione Toscana metterà in pratica tutte le azioni necessarie a tutela dell’ente, del proprio territorio e di tutti i cittadini”. E’ questo, in sintesi il commento del presidente della Regione Claudio Martini. “In questi ultimi anni – prosegue il presidente - si è sviluppata una azione di controllo e di monitoraggio sempre più attenta e aggiornata. Questi sistemi di controllo hanno dato i loro risultati tanto è vero che l’azione della Magistratura si basa in larga parte sul lavoro svolto dai tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale”.

“Anche a fronte dei problemi evidenziati da questa inchiesta – prosegue Martini – continuiamo a ritenere questa opera e il suo rapido completamento una priorità fondamentale per il nostro Paese. Per questo auspichiamo una rapida conclusione dell’indagine in modo da garantire una pronta ripresa dei lavori in un rispetto rigoroso delle nostre risorse ambientali e territoriali. Certo, anche questa vicenda evidenzia la necessità di dotarsi, nella realizzazione di grandi opere di un efficace sistema di controlli, e di un Osservatorio ambientale con poteri effettivi.

E’ ciò che abbiamo chiesto anche per la Variante di valico e che continueremo a chiedere in accordo con la Regione Emilia Romagna. Su questo punto vogliamo avere dal governo una risposta effettiva”.
Martini si sofferma anche sulla questione dei danni all’ambiente registrati durante i lavori dell’Alta velocità e sulle conseguenze dell’azione giudiziaria in corso: “Sul primo argomento resta ancora aperta la questione su come ripristinare gli impatti ambientali che non erano stati previsti.

Per quanto riguarda invece gli esiti dell’indagine giudiziaria – ribadisce - qualora venissero confermate le irregolarità compiute sui cantieri, la Regione Toscana saprà esercitare tutti gli atti necessari a tutela dell’ente, del proprio territorio e di tutti i cittadini”.
"Appare comunque singolare -commenta l'associazione fiorentina Idra, che ha depositato negli anni passati numerosi esposti presso la Procura di Firenze- che sia la magistratura ad avviare una verifica che si mostrava da anni sempre più doverosa e urgente".

Una conferma, parrebbe, del ruolo giocato nella vicenda dalle autorità politiche (in stragrande maggioranza afferenti all'area politica del centro-sinistra, Verdi inclusi): nessuna risposta hanno mai ricevuto infatti i comitati e le associazioni di cittadini che per anni hanno chiesto - e tornano ovviamente a chiedere oggi, con più forza - la riapertura delle conferenze di servizi per la tratta TAV Bologna Firenze, per la Variante di Firenze Castello, per il nodo ferroviario di Firenze, per la Variante di valico, per la terza corsia A1.

Una riapertura che non potrà non essere contestuale (i progetti insistono infatti sullo stesso corridoio infrastrutturale), trasparente (i meccanismi scientifici di lievitazione dei costi non sono più tollerabili per l'erario), seria (operante cioè sulla base di un confronto fra opzioni diverse, e con una congrua analisi costi/benefici), partecipata (che permetta la conoscenza dei progetti, il confronto, la proposizione e l'intervento da parte di tutte le componenti della società civile).
Concrete garanzie deve assicurare in questa fase direttamente il Governo, secondo Idra, a tutela dei diritti delle maestranze impiegate nei cantieri.

Esse vanno difese non solo nel diritto alla salute, alla sicurezza e alla dignità (in questo senso Idra e Medicina Democratica hanno appena depositato un esposto congiunto presso la Procura di Firenze sulla nocività da "ciclo continuo" nei lavori usuranti in galleria), ma anche nel diritto alla retribuzione e al lavoro. Ai lavoratori CAVET dev'essere fornita la più ampia copertura in questo senso durante la fase di interruzione dei lavori. I nuovi progetti, che ci auguriamo ispirati al principio della rete e del riequilibrio (urge attenuare piuttosto che approfondire la distanza socio-economica fra Nord e Sud, sviluppando anche a Sud le infrastrutture ferroviarie vitali) dovranno garantire proprio a queste maestranze la quantità e la qualità del lavoro che tanto scarseggia nell'Italia delle grandi opere mangia-erario".

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