FIRENZE Una presenza di tutto rilievo destinata a riproporre i grandi vini della Toscana agli operatori di tutto il mondo, con uno spazio espositivo di circa 150 metri quadrati, 16 espositori, 80 aziende produttrici e un ristorante – il “Mangiari di toscana” – organizzato assieme alle amministrazioni provinciali e alle Camere di commercio di Arezzo e Grosseto. Sono queste le cifre della partecipazione che la Regione Toscana e l’Apet – l’Agenzia per la promozione economica della Toscana – hanno promosso in occasione di “Vinexpo”, la rassegna vinicola mondiale che ogni due anni viene ospitata da Bordeaux.
Si tratta di una presenza di rilievo, sottolineata anche dalla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura, Tito Barbini. “Dopo Dusseldorf e dopo Verona – spiega l’assessore – siamo riusciti ad organizzare un’altra partecipazione rappresentativa di tutte le nostre produzioni di qualità. Bordeaux, che è la manifestazione di questo tipo in assoluto più importante e più prestigiosa, frequentata dagli operatori di tutto il mondo, sarà una vetrina importante per la Toscana. E’ vero che da anni la nostra scelta a favore delle produzioni di qualità sta dimostrando di pagare e chei dati sul nostro export sono sempre più soddisfacenti.
Però sui mercati internazionali le posizioni non sono mai assicurate una volta per tutte e questo esige da parte nostra un costante impegno per la valorizzazione e la promozione delle nostre produzioni”.
Il padiglione toscano di Bordeaux sarà rappresentativo di tutto il territorio regionale, con produzioni di tutte le aree a forte vocazione, dalle zone più tradizionali come il Chianti e Montalcino a quelle che si sono affermate più recentemente come la Maremma e la zona di Bolgheri. “Ma grazie agli abbinamenti con i nostri vini – aggiunge Barbini – sarà anche la vetrina della nostra gastronomia tradizionale, il meglio di un patrimonio forte di ben 366 prodotti tradizionali formalmente riconosciuti sulla base della legislazione nazionale, un patrimonio che non ha eguali in Italia”.
L’assessore Barbini sarà a Bordeaux già da domenica 17 giugno, giorno di apertura della manifestazione.
Lunedì 18, presso il ristorante “Mangiari di Toscana”, parteciperà alla conferenza stampa “Les grands vin Aoc de Toscane”, occasione per illustrare ai giornalisti stranieri i punti di forza di una produzione regionale che può contare su ben 39 Denominazioni di orgine.
Un giudizio generalmente favorevole ad una rapida istituzione della Doc Toscana, una denominazione di origine controllata pensata per abbracciare gran parte del territorio regionale, valorizzandone le produzioni esistenti.
E’ questo quanto emerso dall’incontro che questa mattina l’assessore all’agricoltura, Tito Barbini, ha avuto con l’Ente tutela vini e le categorie professionali, in modo da fare il punto su un iter avviato già nel 1995, non senza un confronto tra diverse posizioni.
L’incontro – al quale hanno partecipato, tra gli altri Ambrogio Folonari e Vittorio Frescobaldi. – era stato convocato in vista della “pubblica audizione” fissata per il 4 settembre, in cui il Comitato nazionale vini dovrà esprimersi nel merito.
Aldilà di specifiche questioni relative al disciplinare, è stato sottolineato da più parti nel corso della riunione, la Doc potrà rappresentare una ulteriore significativa opportunità di regolamentazione e di promozione delle produzioni toscane.
Questo soprattutto se lo strumento sarà inserito dentro una strategia globale, che comprenda politiche per la promozione del vino toscano sui mercati internazionali, ma anche, ad esempio, per il rinnovo dei vigneti. Quest’ultimo punto è stato ricordato dall’assessore, che ha segnalato come quest’anno l’amministrazione regionale abbia corrisposto a domande di rinnovo per oltre 15 miliardi e abbia già fatto richiesta di ulteriori quasi 22 miliardi per l’utilizzo di fondi non impiegati dalle altre Regioni.
“Più in generale – ha ricordato Barbini – prendiamo atto dell’orientamento espresso in questo incontro. Per il vino toscano le cose stanno andando bene, ma questo non ci consente di stare alla finestra. Le posizioni sui mercati mondiali non sono mai acquisite una volta per tutte. Anzi, gli scenari che si stanno aprendo sono di fortissima competitività. Per questo noi dobbiamo ulteriormente proseguire su quella strada che ci ha fatto già cogliere risultati di grandissimo rilievo, quella della qualità e di un’attenta tutela e valorizzazione.
Con una grande consapevolezza, che i nostri vini non hanno solo una qualità intrinseca, hanno anche un valore aggiunto dato proprio dal fatto di essere prodotti in Toscana e di legarsi così ad una terra che tutto il mondo conosce per la sua arte, la sua storia, i suoi paesaggi”.