«Accade puntualmente quello che, dai banchi dell’opposizione, avevo previsto: il Cesvit rischia di fallire perché è stato gestito da incapaci. Ma in tutto questo tempo cosa ha fatto il Comune, che pure nomina un membro nel consiglio di amministrazione, per impedire il collasso dell’agenzia ad alta tecnologia, ovvero di un ente che doveva avere un ruolo strategico nel processo di rinnovamento tecnologico delle imprese fiorentine e toscane e soprattutto nella promozione di progetti di collaborazione fra istituti scientifici ed imprese?» E’ quanto ha dichiarato il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri a proposito del pesante passivo della presieduta da Lucio Lussu.
Secondo Pieri «la Fondazione Cassa di Risparmio e la Camera di Commercio devono garantire una gestione improntata alla massima trasparenza e lungimiranza». «La proiezione del lavoro - ha spiegato Pieri, che sull’intera vicenda presenterà un’interpellanza - deve prevedere spazi per l’innovazione tecnologica e la valorizzazione dell’agenzia in ottica di sviluppo per la piccola e media impresa. Inoltre i rapporti con l’Università si dovranno intensificare con specifiche ricerche riguardanti i beni culturali vera e propria ricchezza del tessuto fiorentino e toscano.
Il tutto come anello di congiunzione di un progetto che dovrà essere vissuto positivamente e non come è stato fino ad oggi cioè un peso» «In una mozione che risale ormai al marzo dello scorso anno - ha aggiunto il consigliere di opposizione - invitavo Sindaco e giunta a nominare in tempi brevi il membro del consiglio di amministrazione che spettava al Comune di Firenze e a considerare in modo serio la riorganizzazione del Cesvit aprendo un dialogo ed un confronto con gli enti che lo compongono ed in particolare con l’associazione industriali, l’Ente Cassa e la Camera di Commercio.
Purtroppo, dato che nella vita “i nodi vengono al pettine” è giunto il momento di nuove valutazioni». «Nell’interesse del Cesvit e del Comune di Firenze - ha concluso Pieri - ritengo opportuno che il Sindaco assuma una posizione chiara e decisa non prestandosi al gioco di chi vuol camuffare il proprio fallimento gestionale con la ristrutturazione di un azienda che non ha saputo governare».