Società europea e modello americano’ il titolo del convegno che per due giorni (26 e 27 maggio 2001) riporterà al centro dell’attenzione un tema, come ha ricordato l’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Simone Siliani, ‘’che ha investito tutta la cultura della seconda metà del secolo scorso. E lo farà alla luce del nuovo millennio, cercando di affrontare i cambiamenti avvenuti e quelli che potrebbero intervenire nell’era della globalizzazione nella società europea. Una società che ha sempre risentito del modello americano’’.
Il convegno, che ha avuto il patrocinio del Comune di Firenze, si svolgerà nel Castello/Abbazia di Badia a Passignano, nel comune di Tavarnelle val di Pesa, ed è stato organizzato da ‘Testimonianze’, dal ‘Cospe’, da ‘Una città’ e dall’associazione ‘Alex Langer’. ‘’Badia a Passignano è il luogo dove l’Amministrazione di Tavarnelle – ha detto l’assessore alla cultura Giampiero Galgani – ha voluto che avesse la sua sede un centro interculturale, perché siamo convinti che anche da piccole realtà come la nostra possano nascere grandi cose’’.
Per Severino Saccardi, presidente del Cospe (Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi emarginati), occorre ‘’riportare al centro dell’attività politica e istituzionale, un tema troppe volte considerato implicito, e che invece va evidenziato in tutta la sua valenza e nelle sue contraddizioni’’. Nel corso dei due giorni, relatori come Luciana Castellina, Omar Calabrese, Gianni Riotta, Mario Pirani, Pietro Adamo, Marco d’Eramo, Wlodek Goldkorn, Umberto Allegretti, Giangiacomo Migone e Simone Siliani, affronteranno tematiche che proprio negli ultimi tempi sono tornate di attualità: scudo spaziale, ruolo della Nato, ruolo delle associazioni….
‘’Non mancherà un’analisi della Carta dei diritti dell’Unione Europea – ha concluso il presidente di Testimonianze, Giuseppe Vettori – perché vi sono principi e valori fondamentali, ma occorre anche aprire un dibattito su quelli che sono aggiustamenti da fare. Ciò che deve essere chiaro è che non ci sarà nessuna retorica antiamericana, anche se vogliamo marcare le diversità’’.